Mef autorizza oltre 90mila assunzioni ma se ne faranno poco più di 65mila

l ministero dell’Economia dà il via libera a 94.130 nuovi prof, ma il ministro Patrizio Bianchi ha annunciato che a settembre se ne faranno molte meno.

Arriva luglio e arriva anche l’autorizzazione del ministero dell’Economia sulle assunzioni in scadenza da rifare a settembre. Il calcolo si basa sul fabbisogno regionale legato ai buchi in organico rimasti dall’anno scorso e ai pensionamenti di quest’anno. Quest’anno il risultato segna una cifra importante:  94.130 assunzioni da fare. In linea con gli ultimi anni: l’anno scorso erano state 112 mila, l’anno prima 86 mila. Ma come sempre anche questa volta a settembre le immissioni in ruolo effettive saranno molte meno di quelle necessarie (un anno fa furono 60 mila, nel 2020, 25 mila). E nel 2022? Il ministro Patrizio Bianchi ha anticipato qualche giorno fa i numeri previsti da Viale Trastevere: numeri che puntualmente differiscono in modo molto significativo da quelli del Mef.

Miur: solo un terzo delle assunzioni

Bianchi ha parlato di 65 mila assunzioni: tanti evidentemente si prevede siano i docenti papabili per entrare di ruolo alla fine dell’estate. Per legge, infatti, possono essere assunti solo i docenti che hanno vinto un concorso e quelli delle cosiddette graduatorie a esaurimento (Gae), ovvero le liste di precari di lungo corso che – per ragioni varie – hanno titolo per ottenere la cattedra. In molte regioni, soprattutto del Nord, le Gae sono ormai vuote, quindi i nuovi prof che entreranno in classe dopo l’estate saranno principalmente i vincitori degli ultimi concorsi (2016 e 2018) che ancora non sono entrati di ruolo più quelli del concorso ordinario che si è svolto quest’anno fra mille contestazioni (e diverse ammissioni da parte del ministero) di errori nelle domande dei quiz a crocette. In palio c’erano 33 mila posti, ma a causa del record di bocciati agli scritti i vincitori finali potrebbero essere sensibilmente di meno. Le graduatorie del concorso ordinario sono in via di pubblicazione – e non è affatto detto che saranno tutte pronte per settembre – ma dai primi dati usciti sembra di capire che i vincitori potrebbero essere sensibilmente di meno dei posti in palio. In Lombardia per esempio a cui spettano quasi un quinto dei posti autorizzati dal Mef (22 mila nuove assunzioni), sono da poco state pubblicate le graduatorie per matematica applicata (la classe di concorso valevole per insegnare nei tecnici e nei professionali): su 44 posti a concorso ci sono stati appena 4 vincitori.

Insegnanti di sostegno

Sul sostegno è pure peggio: su 1.365 posti a concorso, solo 131 vincitori: 1.234 posti vuoti. E’ vero che per sopperire alla penuria di questi insegnanti che devono prendersi cura degli alunni più fragili nel decreto aiuti da poco approvato si è previsto di prorogare la possibilità di assumere questi docenti non solo dalle graduatorie di concorso ma anche dalla prima fascia delle supplenze, purché siano specializzati. Una boccata d’ossigeno che non basterà comunque a soddisfare la domanda perché i docenti di sostegno con la specializzazione sono una minoranza rispetto a quelli cosiddetti in deroga, ovvero senza una formazione specifica.

In questi giorni si stanno svolgendo anche le prove del concorso straordinario riservato ai supplenti con più di tre anni di servizio: una prova orale secca che dovrebbe portare in cattedra 14 mila nuovi docenti. Non è stato previsto un punteggio minimo, sono tutti promossi, ma a settembre verranno inquadrati con un contratto a termine e solo nel 2023, dopo aver seguito un corso di formazione di 40 ore in tutto, saranno assunti a tempo indeterminato. Quindi come ogni anno decine di migliaia di posti scoperti andranno ai supplenti, che le scuole fanno i salti mortali per trovare e spesso non arrivano prima di Natale. Con buona pace dell’emergenza educativa in corso, aggravata dal Covid e sicuramente da una crisi economica già in atto.

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