In Italia c’è e ci sarà carenza di medici. Le stime parlano chiaro e se da una parte il Governo cerca di aprire alle specializzazioni – il rischio lamentato dagli addetti ai lavori è l’elevata anzianità strutturale del comparto – dall’altra allarga le maglie nelle università. “Abbiamo una carenza di medici, abbiamo necessità di reclutarne di più e questo è evidente”, risponde il ministro all’Istruzione Marco Bussetti, al videoforum di Repubblica, annunciando l’aumento del 20% dei posti dal prossimo anno. Una richiesta partita dalla stessa conferenza dei rettori che ipotizzava la crescita di cinquemila posti in due anni sugli attuali 9.779. “Ma devono crescere anche le borse di specializzazione – aggiunge – arriveremo ad allineare i numeri di laureati rispetto alle borse”. Ma frena sul numero chiuso: “Vorremmo toglierlo ma ad oggi ci è impossibile per problemi strutturali. Cercheremo di ampliare maggiormente la platea di chi accede ai corsi”. Nel videoforum condotto da Corrado Zunino il ministro ha affrontato i temi più caldi che riguardano l’università e la scuola, sollecitato anche dalle domande dei lettore raccolte da Repubblica. Con alcune anticipazioni sull’esame di Maturità – “la storia rimane nelle tracce” – e i tempi dei concorsi ordinari per gli insegnanti.
Come affrontare il nodo dei concorsi “pilotati” e che fine ha fatto l’ufficio sui concorsi affidato a Dino Gianrusso? “Non si deve chiedere al ministro sulla correttezza di alcuni concorsi: se si hanno dubbi si deve denunciare. L’ufficio di Gianrusso? Non lo so. Mi informerò. Il ministero è troppo grande per controllarlo tutto”. Bussetti è poi intervenuto sui ricercatori abilitati. Il viceministro Fioramonti ha detto: i ricercatori in cinque anni devovo salire in cattedra o vanno a casa. Cosa replica? Bussetti è a disagio: “Devo sentire il viceministro su questa affermazione. Noi dobbiamo dare speranza ai nostri ricercatori, non tagliare loro gambe”.
Quando ci sarà il nuovo concorso ordinario per diventare docenti? Il ministro annuncia un bando a breve per l’infanzia e la primaria da 16mila posti, seimila in più rispetto a quelli inizialmente autorizzati. Entro l’estate arriverà il bando per le superiori e medie. Insomma entro maggio-luglio arriveranno i bandi. In autunno inzieranno i concorsi veri e propri per portare decine di migliaia di docenti in cattedra a partire da settembre 2020. “La scuola ha dei numeri che consentiranno di assumere nei tre anni molte persone. Quante? Più di 50mila. Il tema del reclutamento e della stabilizzazione dei docenti attraverso i concorsi ci sta a cuore”. I precari con 36 mesi di servizio avranno il 10% dei posti nei concorsi riservati. Bussetti evidenzia le tante forme di reclutamento che la scuola ha conosciuto nei decenni e che hanno prodotto anche molti contenziosi e promette di fare ordine. Agli insegnanti di terza fascia dice: “Il passaggio attraverso le procedure concorsuali non deve spaventare, chi non vince sarà abilitato e sarà agevolato nel concorso successivo. Una volta superato il concorso avranno grande soddisfazione perché nessuno glielo avrà regalato”.
E sulla Maturità il ministro chiarisce: “Dobbiamo insistere nel comunicare meglio, chiariamo per esempio che la traduzione sarà di latino e l’analisi di greco”. Il testo portante qundi sarà di latino. Studenti del classico avvertiti. Altra indicazione arriva sull’orale: nelle buste non ci saranno domande, ma “spunti da cui partire per iniziare il colloquio interdisciplinare”. Bussetti aggiunge anche: “Nessun ministro si è mai preoccupato di fare simulazioni dell’esame”.
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