“Noi non possiamo più permettere che a causa del numero chiuso ci sia un turismo universitario forzato fuori dall’Italia, è una vergogna, una ipocrisia. Vogliamo che gli studenti che lo hanno fatto siano messi in condizioni di tornare; non possiamo permettere l’ipocrisia di un numero chiuso. Consulterò tutti ma preferisco preoccuparmi che le aule siano troppo piene che piangere sul disastro di aule vuote”. Così il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, rispondendo in question time ad una domanda della deputata di FI Rita Dalla Chiesa sulle modifiche di ingresso a Medicina, dopo aver ringraziato “tutte le forze politiche”.
Cosa prevedono le modifiche per Medicina
La riforma prevede l’abolizione del numero chiuso al primo semestre, consentendo l’iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici senza sostenere i test d’ingresso. L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per l’Ssn. Il disegno di legge di delega al Governo mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti. L’accesso sarà infatti regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta.
Secondo indiscrezioni governative i posti per Medicina dall’anno prossimo potrebbero diventare 25 mila, ma non è chiaro ancora quale sarà la sorte degli studenti che, pur avendo passato tutti gli esami richiesti non rientrino nei posti disponibili e vogliono ripresentarsi per la graduatoria dell’anno successivo. Dovranno rifare tutti gli esami o soltanto quelli per cui hanno ottenuto i voti più bassi? E’ uno dei nodi da sciogliere con i decreti. Come da capire sono i criteri con i quali le università potranno accettare le iscrizioni al primo semestre: ogni università avrà comunque un numero di posti limitato.
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