Medicina a Treviso, l’università dà il via libera. La Regione dovrà mettere 50 milioni

Via libera dal senato accademico dell’università di Padova per istituire l’intero corso di Medicina e Chirurgia a Treviso. Sessanta aspiranti medici riempiranno le aule del capoluogo della Marca già da questo autunno. La maggior parte del lavoro è fatta, mancano solo i dettagli che saranno discussi in sede di scrittura dell’accordo tra il governatore Luca Zaia e il rettore dell’ateneo patavino Rosario Rizzuto previsto entro la fine di febbraio. La Regione al momento ha promesso un investimento di sette milioni per garantire la copertura di 18 docenti, le attrezzature e le aule, a cui si dovranno aggiungere tre milioni all’anno a partire dal 2021/22 per i prossimi 15 anni.
Formazione a Treviso
«Potremo formare nuovi medici direttamente a Treviso – ha detto Zaia – e investire nei nostri professionisti, valorizzando la rete policentrica della sanità in Veneto. È una delle più grandi operazioni di questi anni, credo più importante anche dell’arrivo di Giurisprudenza». Sì perché Treviso ospita anche il dipartimento di Legge del Bo che proprio dal prossimo anno accademico porterà anch’esso delle novità. A causa di un crollo costante delle iscrizioni l’Università di Padova ha rivoluzionato Giurisprudenza introducendo nuovi corsi che integrino materie come la sicurezza informatica e l’economia, oltre a un corso interamente in inglese. Per quanto riguarda Medicina, fino a questo momento a Treviso gli studenti potevano svolgere lezioni e tirocini solo dal quarto anno in su, grazie a un accordo firmato dal Bo e dall’Usl 2, mentre dal prossimo anno accademico affronteranno l’intero percorso formativo.
In attesa della cittadella della Salute
Lunedì è stata presentata la domanda di attivazione del corso al Comitato regionale di coordinamento che ha dato parere favorevole, per cui ora si attende solo la stipula dell’accordo tra Università e Regione. Se poco tempo fa sarebbe servita l’autorizzazione del Miur, con la nota del 27 dicembre dello scorso anno il ministero ha precisato che «in caso di repliche del medesimo ordinamento didattico nella stessa o in altra sede, pur trattandosi di nuovi corsi, non sarà necessaria l’acquisizione di un nuovo parere da parte del Consiglio universitario nazionale, ma le proposte inserite entro il 22 gennaio verranno direttamente inviate all’Anvur» (anche se resta l’obbligo di chiedere il parere del Comitato regionale). Se tutto procederà senza intoppi, da novembre gli studenti faranno lezione nella sede dell’Ordine dei medici, in attesa che sia pronta la nuova Cittadella della Salute dove dovrebbero essere realizzate quattro aule da cento posti e altre cinque da sessanta posti, oltre a tre laboratori.
corrieredelveneto

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