Treviso, maestra in versione sexy su OnlyFans rischia il licenziamento

maestra onlyfans

A Treviso, una scuola dell’infanzia parrocchiale è al centro di una polemica scoppiata dopo la segnalazione di alcune famiglie: una delle maestre sarebbe attiva su OnlyFans, la piattaforma dedicata alla condivisione di contenuti per adulti a pagamento. Come riporta il Corriere del Veneto la notizia, giunta ai referenti della struttura educativa, ha rapidamente acceso il dibattito. Oltre al profilo sulla piattaforma, la docente gestisce anche un canale Telegram legato alla sua attività online, che potrebbe essere stato scoperto proprio da un genitore.

L’episodio ha scatenato reazioni immediate, rendendo difficile qualsiasi tentativo di ridimensionare la questione. Ora la maestra rischia il licenziamento o potrebbe essere indotta a dimettersi.

La decisione sulla maestra su Onlyfans nelle mani del parroco

A determinare il futuro lavorativo della docente sarà il parroco, che ricopre anche il ruolo di preside della scuola. Al momento, le ipotesi più concrete sembrano essere il licenziamento o le dimissioni, ma non è esclusa una soluzione alternativa: la possibilità di restare in servizio a patto che la maestra chiuda il suo profilo OnlyFans.

«Dopo la segnalazione di un genitore, stiamo lavorando per tutelare tutte le parti coinvolte – ha dichiarato il parroco in un comunicato –. L’obiettivo è garantire la lavoratrice, le famiglie e l’immagine della scuola, che gode della fiducia della comunità. Nei prossimi giorni prenderò i provvedimenti necessari, auspicando il rispetto della riservatezza per il bene di tutti».

Fiducia incrinata? Il dibattito tra gli educatori

La vicenda ha sollevato interrogativi anche tra gli addetti ai lavori. «Pur riconoscendo la libertà personale, qui c’è un problema evidente – ha dichiarato Stefano Cecchin, referente regionale della Federazione Italiana Scuole Materne (Fism) – perché il ruolo di un’insegnante d’asilo non è solo educativo, ma comporta una particolare attenzione al decoro e alla coerenza tra vita privata e professionale».

A sollevare perplessità è anche Simonetta Rubinato, referente Fism di Treviso: «Se l’insegnante stessa ha scelto di promuovere la propria attività online in un canale Telegram a pagamento, evidentemente ha la percezione che non sia compatibile con la sua professione».

Mentre la scuola valuta il da farsi, la discussione tra i genitori resta accesa. Molti temono che la vicenda possa minare la reputazione dell’istituto e mettere in discussione il ruolo educativo della docente.

Nel frattempo, la maestra coinvolta non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche, ma la sua sorte professionale è appesa alla decisione del parroco. La vicenda solleva interrogativi più ampi sui confini tra vita privata e responsabilità professionale, in particolare in un contesto educativo di ispirazione cattolica.

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