Maestra nei guai: scotch sulla bocca per zittire un alunno

scotch bocca maestra bolzano

Una maestra di scuola elementare è finita sotto accusa per un presunto episodio di maltrattamento a Bolzano. Durante una lezione, avrebbe incollato dello scotch sulla bocca di un alunno per farlo rimanere in silenzio. Il fatto, ancora da verificare e raccontato da L’Alto Adige, ha sollevato preoccupazione tra le famiglie e ha portato all’apertura di un’indagine.

L’inchiesta: interviene la Procura

Dopo la segnalazione del dirigente scolastico, l’ufficio “Procedimenti disciplinari” della Provincia ha aperto un fascicolo. La Procura sta valutando l’ipotesi di maltrattamenti e ha avviato le indagini. L’intera vicenda è emersa grazie al racconto degli studenti, che hanno riferito ai genitori l’accaduto appena tornati a casa.

Le famiglie, dopo essersi confrontate, hanno chiesto spiegazioni al dirigente scolastico. L’insegnante ha negato l’accusa, ma più testimonianze confermerebbero l’episodio. Il dirigente ha sottolineato che in passato non erano mai arrivate segnalazioni simili sulla docente.

L’assessore Galateo: “Inaccettabile, servono sanzioni severe”

L’assessore all’istruzione Marco Galateo ha commentato duramente la vicenda: “Se i fatti verranno confermati, si romperà il rapporto di fiducia tra scuola e famiglie. Un episodio del genere è inaccettabile. Mi aspetto una sanzione più severa di quelle previste per gli studenti. Gli insegnanti hanno responsabilità enormi e devono esserne consapevoli”.

Come funziona il procedimento disciplinare

Nei casi gravi, il dirigente scolastico non può sospendere direttamente un docente. Deve trasmettere un report dettagliato all’ufficio “Procedimenti disciplinari”, diretto da Tonino Tuttolomondo. Dopo la comunicazione, l’insegnante riceve una convocazione con un preavviso di 20 giorni per un’audizione difensiva.

Il docente può farsi assistere da un avvocato o da un rappresentante sindacale. Gli organi competenti hanno 120 giorni per decidere tra archiviazione e licenziamento. Parallelamente, la Procura può intervenire solo in caso di denuncia formale da parte della scuola o dei genitori.

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