L’Ordine Nazionale degli Psicologi e la riforma

Con riferimento alla questione della riforma universitaria,il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, dott. Pinluigi Palma, esprime preoccupazione e rammarico.

Con riferimento alla questione della riforma universitaria, che in questi giorni è sulle prime pagine di tutti i quotidiani, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, dott. Pinluigi Palma, esprime preoccupazione e rammarico, perché, pur consapevole dell’autonomia della Università, né l’Ordine a livello Nazionale né i Consigli territoriali sono stati coinvolti dalle Istituzioni Universitarie sulle ipotesi di aggregazioni dipartimentali e sulla costituzione di nuove Facoltà.
A Roma, certamente sarebbe stato preferibile mantenere l’autonomia per la facoltà di Psicologia. Tuttavia, il Presidente dell’Ordine del Lazio e membro del Consiglio Nazionale, dott.ssa Zaccaria, al fine di evitare qualsiasi fraintendimento, chiarisce che “la nuova Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, comporta comunque il mantenimento delle rispettive autonomie, aggregando 7 Dipartimenti (3 di psicologia e 4 di medicina), che manterranno in vita i rispettivi corsi di laurea, tenendo insieme didattica e ricerca secondo le rispettive competenze e ambiti professionali, e che la facoltà, secondo proprio Statuto, dovrà valutare la bontà dei dipartimenti”.
Fermo restando che disegno di legge Gelmini attribuirebbe proprio ai dipartimenti la costruzione dei percorsi formativi, l’Ordine chiede alle Università precise garanzie circa il rispetto dell’autonomia scientifica e professionale della psicologia.
Il CNOP ha sempre tutelato l’autonomia della psicologia; infatti ha impugnato 13 bandi di altrettante Università e Facoltà di Medicina che ammettevano i medici alla specializzazione in psicologia clinica. Tutti i ricorsi proposti da CNOP e Ordine del Lazio contro MIUR, Ministero della Salute, FNOMCeO e Università La Sapienza, hanno avuto come esito ben due sentenze del Consiglio di Stato, che hanno chiarito che l’accesso alla specializzazione in psicologia clinica è riservata esclusivamente ai laureati in psicologia.
Di qui la conseguente collocazione di psicologia clinica nelle specializzazioni di area psicologica e non medica con il nuovo ordinamento approvato con Decreto 10 marzo 2010.
Ribadisce Palma: “La qualità della formazione professionale è materia d’interesse dell’Ordine perché direttamente connessa alla qualità delle prestazioni professionali erogate e alle competenze che i professionisti mettono in campo a favore sia della società civile sia dello sviluppo di una cultura più attenta e al servizio del benessere psicologico.”
In quest’ottica, in relazione ai livelli di competenza necessari per l’esercizio della professione, il Consiglio Nazionale è da sempre contrario alla laurea triennale in psicologia e a favore del ciclo unico.
Per questi motivi, chiediamo che nell’immediato si proceda alla giusta collocazione di Psicologia nel raggruppamento con la minima numerosità di studenti, cioè nel gruppo A dell’Allegato C del D.M. 22 settembre 2010 (Requisiti necessari dei corsi di studi), in modo da garantire una adeguata efficacia formativa come richiesto per le lauree professionalizzanti.
Auspichiamo pertanto che si possa finalmente aprire un dialogo con le università sull’urgente necessità di programmazione degli accessi correlati alle reali esigenze del mercato del lavoro e della domanda sociale.

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