Torna il latino alle medie, ma non obbligatorio. E poi le poesie da imparare a memoria come filastrocche. Mentre per la storia meglio se gli alunni italiani dovranno concentrarsi fin dalle elementari sui popoli italici, sulle origini e le vicende dell’Antica Grecia e di Roma, sui primi secoli del Cristianesimo.
Una svolta fortemente identitaria – con i bambini avviati fin da piccoli alla lettura della grande poesia italiana (Pascoli, Gozzano) – temperata qua e là da concessioni esterofile: dagli haiku giapponesi ai nuovi fantasy, come la saga di Percy Jackson sugli dei dell’Olimpo. Ma anche tanta musica, finora colpevolmente negletta dalle nostre scuole, fin dai primi anni.
Attenzione alla scrittura alle medie
“Sarà dato più spazio alla letteratura, anche dell’infanzia, e alla grammatica. L’insegnamento della letteratura sin dalla prima elementare, in modalità adeguata alla giovane età degli studenti, deve far sì che gli allievi prendano gusto alla lettura e imparino a scrivere bene. Si è scelto di rafforzare l’abilità di scrittura che è quella più in crisi delle abilità linguistiche. Occorre che gli studenti leggano, scrivano, imparino ad apprezzare testi scritti da altri, in epoche e luoghi anche remoti. Sì partirà con prose e poesie”.
La storia e l’epica
“Dobbiamo riprendere questa grande scuola della memoria, con testi più semplici all’inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro. Poi già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche”, prosegue Valditara, annunciando anche che “aboliamo la geostoria. La storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L’idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Di più, nella scuola primaria l’insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Verrà anche incoraggiata la lettura di testi dell’epica classica ma anche della Bibbia per rafforzare le conoscenze delle radici della nostra cultura.”. Per quanto riguarda il latino, “pensiamo di reintrodurre opzionalmente elementi di latino già dalle medie, dalla seconda per la precisione, per numerose ragioni: apriamo le porte a un vasto patrimonio di civiltà e tradizioni; poi rafforziamo la consapevolezza della relazione che lega la lingua italiana a quella latina. E poi c’è il tema, importantissimo, dell’eredità”. “Adesso si apre un grande dibattito, aperto a tutto il mondo della scuola, ai corpi intermedi, alle associazioni disciplinari. A fine marzo dovremmo essere pronti con gli ultimi ritocchi perché le novità entrino in classe con l’anno scolastico 2026-27”, conclude il ministro.
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