Lasciare la scuola ci costa 70 miliardi

La dispersione scolastica ci costa ben 70 miliardi di euro. I tanti ragazzi che ogni giorno decidono di abbandonare gli studi per un lavoro sottopagato, fanno andare in fumo un ipotetico 4% di Pil. A calcolare questo “costo italiano” è stato Daniele Checchi, docente di economia politica dell’Università di Milano

La dispersione scolastica ci costa ben 70 miliardi di euro. I tanti ragazzi che ogni giorno decidono di abbandonare gli studi per un lavoro sottopagato, fanno andare in fumo un ipotetico 4% di Pil. A calcolare questo “costo italiano” è stato Daniele Checchi, docente di economia politica dell’Università di Milano, che ha mostrato i risultati del suo studio al convegno “Per una scuola che promuova davvero”, organizzato a Torino dalla Fondazione per la scuola della e dall’Ufficio pio della Compagnia di San Paolo.

Il calcolo. Il prof spiega che si tratta di una quantificazione fatta supponendo che “la politica abbia una bacchetta magica e sia in grado di scolarizzare tutte le persone che hanno lasciato la scuola” e che “ci sia un ipotetico mercato del lavoro in grado di assorbirle tutte”. Un calcolo che però “dà un’idea di quanto sia importante contrastare la dispersione scolastica” e che si articola su queste basi: in Italia ci sono 12,6 milioni di persone che hanno lasciato gli studi prima del diploma, che hanno un livello di occupazione più basso del 14% rispetto a chi ha finito le superiori e che, se hanno un impiego, guadagnano circa 4 mila euro in meno dei colleghi più scolarizzati. Se tutte queste persone venissero assunte con lo stipendio medio di una persona che ha almeno un titolo di studio superiore, genererebbero un circuito da 70 miliardi. Una cifra, evidenzia Checchi “assolutamente ipotetica”, ma che dà l’idea del potenziale economico che il tema ha nel nostro Paese”.

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