La grande fuga dall’ora di religione: a Firenze il liceo dei record

I dati dell’Uaar dimostrano come il numero di chi sceglie di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica a scuola sia aumentato negli ultimi anni (+8%). Tra le regioni è la Valla d’Aosta ad avere il primato seguita da Toscana ed Emilia-Romagna. Al Sud il record “negativo”.

Nella scuola pubblica italiana cresce il numero degli studenti che scelgono di dire no all’insegnamento della religione cattolica (Irc). Nell’anno scolastico 2022/23 quelli che non si sono avvalsi delle lezioni sono stati in totale 1.096.846 mentre nel 2020/21 erano pari a 1.014.841, con un balzo laico in avanti di un punto e mezzo percentuale, dal 14,07% di due anni fa al 15,5% di oggi. È il quadro tratteggiato dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), a seguito della richiesta di accesso civico ai dati presentata al Ministero dell’Istruzione.

“Già due anni fa, in collaborazione con l’associazione OnData del progetto #DatiBeneComune, abbiamo presentato una richiesta di accesso civico ai dati, in base a quanto previsto dal decreto legislativo  33/2013 – ha spiegato il segretario dell’Uaar, Roberto Grendene – Ne era emerso che in quell’anno scolastico gli studenti che avevano detto no all’Irc erano più di un milione. Poiché sul Portale Unico dei dati della scuola continuano a mancare le informazioni circa la frequenza e non frequenza dell’Irc, con datiBeneComune abbiamo deciso di reiterare la richiesta e di liberare così i dati relativi agli ultimi due anni, analizzandoli e rielaborandoli per metterli a disposizione di tutti”.

Dall’analisi dei dati emerge che in ben sei province è stata superata la soglia del 30% degli studenti che hanno detto no all’insegnamento della religione a scuola: si tratta di Firenze (37,92%), Bologna (36,31%), Trieste (33,37%), Prato (33,19%), Gorizia (32,51%) e Aosta (30,74%). A livello regionale è la Valle d’Aosta a guidare la classifica (30,74%), seguita da Emilia-Romagna (27,48%) e Toscana (27,12%). Confermato il divario Nord-Sud: le regioni fanalino di coda sono infatti Basilicata (2,98%), Campania (3,11%), Calabria (3,41%), Puglia (3,67%), Molise (3,87%) e Sicilia (4,57%).  

Le scuole dove il no alla religione è rilevante sono gli istituti professionali (25,52%), seguiti dagli istituti tecnici (23,87%) e infine i licei (17,51%). Ci sono anche casi particolari come il liceo l‘Enriques Agnoletti di Sesto Fiorentino, con l’80,41% di studenti che sceglie di non avere l’Irc. Non lontano, a Firenze, vince per la categoria degli istituti tecnici il Sassetti-Peruzzi (tecnico per il turismo), con 209 su 244 studenti (l’85,66%) che non si avvalgono dell’insegnamento della religione.

“Nonostante la pluriennale decrescita del numero di studenti, i dati che la nostra associazione ha liberato mostrano una richiesta sempre crescente di scuola laica. Una buona novella con cui iniziare questo  2024” conclude il segretario dell’Uaar.

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