ITS, intervista al presidente Pier Francesco Corcione: “Il 93% dei diplomati in meno di un anno trova lavoro”

Gli Istituti Tecnologici Superiori sono un’alternativa all’università e in due anni accompagnano lo studente nel mondo del lavoro. Si rivolgono a studenti già diplomati

Gli ITS sono scuole di alta tecnologia istituite nel 2010 e strettamente legate al sistema produttivo. Si rivolgono a studenti già diplomati, dunque maggiorenni. Secondo dati recenti, le imprese cercano 52mila diplomati Its.

Per molte delle professioni che potrebbero essere ricoperte dai diplomati degli Istituti Tecnologici Superiori, le imprese lamentano una difficoltà  di reperimento del 56%. Gli ITS Academy hanno una durata di 2 o 3 anni, sono caratterizzati da una forte componente di esperienza in azienda (il 30% delle ore di formazione deve essere svolto in stage), e in più dell’80% dei casi assicurano un’occupazione a un anno dalla conclusione del percorso formativo.

Per capire meglio l’importanza di questa branca dell’informazione abbiamo intervistato Pier Francesco Corcione, presidente della Fondazione ITS TAM – Istituto Tecnico Superiore Tessile Abbigliamento Moda.

Perché uno studente che vuole iniziare a lavorare dovrebbe scegliere un periodo di formazione in un ITS?

Gli ITS offrono la possibilità ai ragazzi di prepararsi in modo rapido e acquisire le competenze necessarie a operare nei diversi settori, nel nostro caso del tessile-moda. Di anno in anno il piano di studi specifico per
ogni corso viene infatti modellato secondo quello che è il fabbisogno delle imprese del comparto. Queste hanno infatti un ruolo attivo nel disegnare le specializzazioni specifiche degli studenti che si diplomano.

Secondo un report del World Economic Forum nel 2030 nove lavori su dieci richiederanno competenze digitali, il digital mismatch è presente anche nei giovani?

Certamente questo è un aspetto fondamentale della preparazione che offriamo. Gli studenti del TAM sono ormai nativi digitali che si destreggiano facilmente con la tecnologia: una skill formidabile questa per lo sviluppo delle competenze specifiche dei nostri percorsi, adattate all’utilizzo di macchinari d’avanguardia (già presenti nei nostri laboratori) in settori sempre più avanzati tecnologicamente. La formazione digitale dei nostri iscritti si arricchisce poi con la partecipazione al progetto ministeriale ITS 4.0 (dove il TAM è risultato vincitore l’anno scorso per la categoria Moda e Design) e in più, dal prossimo anno, sarà attivato per tutti i corsi un corposo modulo di Digital Marketing, per formare gli studenti con competenze ormai irrinunciabili in ogni azienda.

Ci può spiegare come si divide l’apprendimento all’interno del vostro ITS?

I corsi sono articolati su diverse fasi. Lezioni frontali tenute da docenti e da figure qualificate, con specifiche competenze, che operano nelle aziende tessili del territorio; laboratori attrezzati dove i ragazzi sperimentano direttamente e sui macchinari come la teoria si trasforma in pratica dando spazio alla loro creatività; oltre il 30% del monte ore di lezione è costituito da tirocini formativi in oltre 170 aziende del settore che collaborano con noi, cui si aggiungono progetti extracurricolari che li fanno entrare ancor più in profondità nelle esigenze delle aziende, in questo caso per noi quelle del tessile-moda, e dove possono comprendere
meglio le loro attitudini e la predisposizione nello svolgere compiti precisi.

Quanto è spendibile una formazione di un ITS?

L’occupabilità è il dato che risponde meglio a questa domanda. Al termine del percorso i nostri diplomati trovano un posto di lavoro in linea con quanto hanno studiato, nel 93% dei casi. Spesso già durante gli stage in azienda vengono confermati per l’apprendistato e quindi per un possibile contratto. Il prossimo anno a Biella i corsi saranno tre, dedicati rispettivamente ai processi tecnologici del tessile, al design di prodotto
e alla confezione e maglieria. Inoltre, grazie alla nostra esperienza, avvieremo a Valenza un corso “su misura per il settore orafo e del gioiello. Ciò conferma che la formazione è sempre calibrata sulla richiesta di figure
professionali preparate.

Che consiglio darebbe ai giovani per affrontare il mondo del lavoro?

Umiltà, capacità critica e coraggio: umiltà nel capire le regole non scritte dell’ambiente nel quale è inserito e nell’imparare, capacità critica nel saper selezionare ciò che serve e ciò che è solo il frutto di “abbiamo sempre fatto così , coraggio nel cercare di cambiare. I giovani devono essere consapevoli della loro responsabilità sul futuro che sarà determinato certamente da loro e non dalla nostra generazione.

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