Il mercato chiama, la scuola risponde: per superare la crisi c’è bisogno di un rilancio dell’istruzione, in particolare quella tecnica, rafforzando le sinergie con il mondo del lavoro e rimodulando l’offerta. Questi i punti salienti emersi dal convegno “Più tecnici, più sicurezza, più sviluppo” tenutosi ieri pomeriggio a Roma presso la sede del Cnel. Tre ore filate che il ministro Mariastella Gelmini ha diligentemente seguito dall’inizio alla fine, aprendo e chiudendo i lavori.
La riforma dell’istruzione tecnica «è un progetto ambizioso al quale – ha detto il ministro – assegno grande valenza per il momento storico che stiamo vivendo. Bisogna ripartire dall’istruzione, dalla formazione, facendo in modo che non siano più autoreferenziali ma favorendo una stretta collaborazione con il mondo produttivo». Una nobile dichiarazione d’intenti a cui si dovrà dare seguito.
D’altra parte «un sistema produttivo con meno finanza e più manifatturiero richiede il superamento della carenza dei profili tecnici necessari», ha aggiunto il ministro sottolineando come di fronte a 335mila tecnici chiesti dalle aziende, l’offerta sia attualmente di appena 170mila. Peraltro l’istruzione tecnica vuole affrancarsi dal luogo comune che la considera di Serie B, come già emerso nel corso di una recente giornata di studio ospitata dalla Luiss di Roma.
Dunque dal primo settembre 2010 la fisionomia degli istituti tecnici superiori interessati dalla riforma sarà modificata così: rafforzamento dello studio delle lingue straniere; tirocini e stage in azienda; monitoraggio sull’occupazione; potenziamento del numero dei profili tecnici facendo in modo che i profili in uscita rispondano alle esigenze delle aziende.
Per quanto riguarda il monte ore settimanale si passerà dalle attuali 36 (di 50 minuti) alle 32 piene: apparentemente una diminuzione, in realtà un aumento di 66 ore nette annue (1056 contro le precedenti 990).
Gianfelice Rocca, vicepresidente Confindustria per l’Education, ha concordato pienamente con il ministro Gelmini, rilanciando sul tema: «Confindustria da qualche anno sta dedicando grande attenzione al rilancio dell’istruzione tecnica. Ma è necessario intervenire con un chiaro piano di orientamento e di comunicazione rivolto alle scuole e ai giovani». L’istruzione tecnica – nei desiderata di Rocca – deve dunque tornare a essere la spina dorsale della crescita industriale del Paese.
In serata è arrivata la replica a distanza – a mezzo stampa – dell’ex inquilino di Viale Trastevere Giuseppe Fioroni, oggi responsabile Education per il Pd: «La riforma degli istituti tecnici e degli istituti professionali è una priorità per il Paese, proprio per questo occorrono risorse che investano sugli istituti in termini di laboratori e tecnologie avanzate. Senza risorse e senza ruoli definiti anche per gli istituti professionali la riforma resta monca».
Manuel Massimo