#iorestoacasa, la ‘ricetta’ degli studenti universitari per l’ulteriore riduzione delle emissioni

Gli studenti universitari, come sempre in videoconferenza, hanno risposto alle tre domande del metodo 3H con idee non scontate e con convinta partecipazione:

Quali elementi entreranno in crisi nei prossimi anni? Era la prima domanda.

Ecco cosa entrerà in crisi secondo gli studenti universitari: consumo di carta in tanti settori, specie a livello burocratico; scambio di quote di emissioni tra paesi – sfruttamento delle risorse di altri paesi; prodotti usa e getta; trasporto privato e trasporto elettrico che è, comunque, poco sostenibile; attuali impianti di riscaldamento tradizionale sistema di lavoro che prevede molti spostamenti giornalieri reparto tessile: uso di fibre sintetiche e processi ad alto impatto ambientale turismo massivo con scarsa attenzione alle risorse; emissioni del settore agricoltura/sia per i mezzi sia per l’uso di prodotti fitosanitari; vestiario usa e getta (sfruttamento terra, persone, smaltimento); spreco alimentare (sfruttamento terra, acqua, inquinamento) filiere scollegate tra scarto e riutilizzo; filiera alimentare lunga.

Alla seconda domanda, 2040 e tutto funziona come appare il sistema desiderabile e realistico? Queste le riflessioni.

Green-mega-CITIES: la maggior parte delle persone vivrà in città che saranno sviluppate in maniera più sostenibile con sempre più ambienti verdi, vertical farming, mezzi di trasporto condivisi.

Il massimo potere di seduzione esercitato dalle persone non sarà riconosciuto in chi può avere tutto ma in chi è in grado di vivere in armonia con la natura; utilizzo equo delle risorse (meno sprechi alimentari ed energetici); agricoltura con risorse rinnovali e locale.

Consumatore consapevole della necessità di mangiare prodotti locali e stagionali. Orti urbani e agricoltura del territorio con diversità ai fini di una dieta equilibrata.

Nuove città e spazi per chi viene da zone devastate dai cambiamenti climatici, un sistema di accoglienza coordinato tra gli Stati; filiera Agroalimentare più corta (consumare ciò che viene prodotto sul territorio); eliminazione delle auto private (es. app servizio trasporto car sharing); piantumazione foreste, protezione Foreste pluviali.

Edifici integrati con flora per la termoregolazione; edifici con più finestre per l’illuminazione; educare i bambini a vivere in una società in cambiamento.

Prodotti pensati e progettati per avere più vite, chi produrrà emissioni sarà considerato ‘criminale’ non solo dal punto di vista giuridico ma anche dalla società.

Solidarietà e disponibilità fra persone per affrontare situazioni problematiche; parità sociale in base al reale contributo senza pregiudizi al lavoro e una conseguente parità di reddito.

La salute fisica e lo sport saranno il focus delle persone per se stesse e saranno messe in primo piano rispetto al fatturato.

Monetizzazione digitale: non ci sarà più il denaro cartaceo ma digitale che porterà una maggior tracciabilità anche ai fini fiscali per combattere l’illegalità .

Turismo sostenibile: meno spostamenti, meno mezzi combustibili fossili, turismo distribuito non solo (capitali/grandi centri); delocalizzazione delle industrie per favorire le economie di valle; le valli e le montagne sono popolate. Le persone vivono in montagna grazie al nuovo stile lavorativo (smartworking / telelavoro/ servizi sanitari forniti sul territorio)
Terza e ultima domanda Per raggiungere quei risultati al 2040, cosa dobbiamo smantellare, cosa mantenere, cosa innovare?

SMANTELLARE – Dismettere l’allevamento intensivo rendendo obbligatorie condizioni di vita dignitose per gli animali (conseguente aumento del prezzo e riduzione del consumo); trasporto merci su gomma; grandi opere urbanistiche; concetto di lavoro basato sulla quantità e non sulla qualità; complessità dell’utilizzo delle tecnologie per la fascia 40-70 anni.

MANTENERE – Mercato contadino. Da rafforzare tutta la filiera dei contadini sul territorio per favorirne la diffusione locale; rafforzare i corsi su alimentazione e stili di vita nelle scuole e tra le persone; potenziare rete di piste ciclabili; Piano di Sviluppo Rurale; incentivi per la produzione biologica /slow food; sostenere i distretti sociali / i GAS / le associazioni.

INNOVARE (Trentino ha competenze autonome su istruzione) – Prima progettare e poi destinare al rispetto ambientale e ai rischi collegati una materia specifica; coinvolgere persone giovani (interessate) nell’accompagnare i bambini fin da piccoli nell’apprezzamento e, di conseguenza, nella tutela dell’ambiente (aree verdi); creare partnership e collaborazioni tra università e aziende (pubbliche e private) che si occupano di risorse rinnovabili, riduzione delle emissioni e tutela ambientale; Università di Trento: creazione di un corso di studio in Service Design sulla filiera dell’alimentazione; riutilizzare i bacini per neve artificiale e per idroelettrico per altri usi (Comuni, gestori privati dei bacini, Consorzi); creazione di piattaforme locali per scambio prodotti e conoscenze di servizi.

vocedeltrentino

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

La lista delle università che riaprono e come

Next Article

Scuola, ministro Azzolina: "No al 6 politico, bocciatura se necessario"

Related Posts