Maggiore efficienza di sistema, ottimizzazione dell’impiego dei fondi pubblici, risparmi dovuti alle economie di scala e, soprattutto, il recupero di risorse da reinvestire nella ricerca e nella formazione accademica. Sono alcuni degli obiettivi alla base dell’accordo sottoscritto giovedì 20 febbraio tra la Conferenza dei rettori e la Consip per rafforzare l’e-procurement degli atenei e degli enti pubblici su una massa di spesa non proprio secondaria. Visto che siamo parlando di almeno 4 miliardi di euro complessivi.
L’accordo con Consip
A tanto ammonta, secondo l’ultima relazione al Parlamento dell’Anac sul mercato dei contratti pubblici, il valore delle procedure di affidamento di importo uguale o superiore a 40.000 euro gestite nel 2023 dal comparto vigilato dal Mur. Ai 2,7 miliardi mobilitati dalle università vanno infatti aggiunti gli 1,3 miliardi provenienti dagli enti di ricerca. in realtà, poiché i dati dell’Autohority anticorruzione si riferiscono solo alle gare oltre i 40mila euro, il volume direttamente interessato dall’intesa potrebbe anche essere superiore.
L’accordo – che è stato siglato dalla presidente della Crui, Giovanna Iannantuoni, e dall’amministratore delegato e direttore generale di Consip, Marco Reggiani, – prevede che Consip bandisca gare basate sulle reali necessità delle università, raccolte e coordinate dalla Conferenza dei rettori. La collaborazione permetterà di acquisire dati e fabbisogni in tempo reale, traducendoli in gare “su misura” e contratti mirati. Un approccio che punta non solo a ottimizzare la spesa, ma anche ad assicurare una gestione innovativa, trasparente ed efficace delle risorse.
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