Insegnanti di sostegno si imbavagliano davanti al ministero dell’Istruzione: “No ai corsi Indire”

“I docenti precari della scuola non trovano risposte nelle politiche di questo governo e nella legge di Bilancio”, afferma Manuela Pascarella, Flc Cgil nazionale
Insegnanti sostegno precari davanti Mim

Questa mattina davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito si sono ritrovati gli insegnanti di sostegno e i precari per protestare sulla loro condizione professionale. Una performance quasi teatrale per sottolineare i legacci burocratici che imbavagliano e ostacolano il percorso dei docenti, dequalificati da anni di precariato.

La manifestazione originariamente era stata indetta dagli insegnanti di sostegno che in questi anni avevano fatto un percorso formativo importante e che quest’anno vedono partire i nuovi corsi Indire, promossi dal ministro Valditara, che temono dequalifichi la professionalità e inflazioni ulteriormente l’accesso agli incarichi. Il fronte della protesta si è però allargato agli insegnanti idonei, coloro cioè che avevano superato i concorsi ordinari, nel 2020 ma anche nel 2023 col Pnrr, ma che non vengono assunti, col ministro, spiegano i manifestanti, che continua a bandire nuovi concorsi pur in presenza di insegnanti idonei. 

“I docenti precari della scuola non trovano risposte nelle politiche di questo governo e nella legge di Bilancio – afferma Manuela Pascarella, Flc Cgil nazionale -. Ci sono innanzitutto gli insegnanti specializzati nel sostegno, il ministro propone dei corsi sanatoria online, che rischiano di squalificare la figure del docente. Più di 130 mila cattedre in deroga, confermate da un anno all’altro a cura del dirigente scolastico, che introduce un elemento di arbitrarietà. Che vengono reiterati contro le indicazioni dell’Unione europea che ha messo in mora l’Italia per abuso dei contratti a tempo determinato”. Anche la Gilda degli insegnanti davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito: “I ragazzi speciali, le famiglie, hanno bisogno di docenti ben selezionati con un percorso preciso che porti alle famiglie dei sollievi oggettivi”, afferma Giuseppe Disanto.

“Il sistema concorsuale è fallimentare. Qui abbiamo idonei che hanno superato il concorso 2020, 2022 e 2023”, afferma Roberto Garofani, segreteria nazionale Uil Scuola. “Basta concorsi per chi ne ha già superato uno”, contesta invece Luigi Sofia, rappresentante degli insegnanti degli idonei 2023/2024 che nonostante abbiano superato il concorso non hanno la graduatoria di merito. “L’Europa ci vorrebbe stabilizzare dopo tre anni mentre il ministero vuole farci rifare il concorso”.

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