Non tutte le Regioni hanno attuato pienamente il dimensionamento della rete scolastica, un obiettivo previsto dal Pnrr (ma che impatta su competenze regionali). Per questo motivo il nodo dei tagli ai vertici delle piccole scuole approda oggi in Cdm, con un decreto legge.
Alle regioni inadempienti si da più tempo per adeguarsi. Per quelle che hanno adottato il piano di dimensionamento si rafforzano alcune misure su esoneri e semi esoneri e si prevedono norme più flessibili nella formazione delle classi.
La vicenda
Il tema era già esploso lo scorso anno. Allora dopo alcuni bracci di ferro (e contenziosi) con le regioni, sembrava giunto a definizione dopo la pronuncia della Corte costituzionale dello scorso anno che ha dato ragione al governo. In base alle regole attuali il piano di dimensionamento della rete scolastica dovrebbe farci passare dalle 7.936 unità di presidi e Dsga del 2023/24 a 7.461 nel 2024/25 (-475 unità), a 7.401 nel 2025/26 (60 unità in meno) e a 7.309 nel 2026/27 (-92 unità). In tutto quindi, nel triennio considerato, ci dovrà essere una riduzione di 627 capi d’istituto e di segreteria (è bene ribadirlo non si chiudono scuole, ma si razionalizzano i vertici).
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