Marta Pellizzi ha 25 anni e sogna di laurearsi. Vive a Imola, anche se è di origini calabresi. Studia Scienze e tecnologie della comunicazione presso l’Università degli Studi di Ferrara e, se non ci saranno intoppi, tra un anno diventerà dottoressa. Una dottoressa fuori dal comune.
“La mia vita non è stata mai tranquilla, vivo sempre alla giornata – racconta Marta. Quando mi è stato diagnosticato il primo tumore ho lasciato le scuole superiori. A quei tempi ero in quinta all’Istituto Tecnico per Geometri di Imola. Ho subito il primo intervento chirurgico di asportazione presso l’Ospedale Bellaria di San Lazzaro”.
A causa del tumore Marta ha perso la vista. Ma non la voglia di continuare. Si è diplomata da privatista, con un anno di ritardo. “Non ho mai voluto abbandonare gli studi, nonostante l’intervento e la nuova situazione da persona con grave disabilità visiva”.
Marta ha vissuto momenti difficili, ma nonostante tutto è andata avanti. Anche quando, nel 2011, l’INPS le ha tolto i diritti d’invalidità, lasciandola senza sostegno economico e accusandola di Falsa Invalidità. “Per più di un anno e mezzo non sono riuscita ad iscrivermi all’Università” – racconta Marta. Solo un anno dopo, nel 2012, è arrivata la sentenza del giudice di Bologna che ha permesso a Marta di riottenere i benefici economici cui aveva diritto.
Ma non era finita qui, purtroppo. Nel 2013, un anno dopo, a Marta è stato nuovamente diagnosticato un tumore cerebrale. Due tumori in pochi anno: stesso tipo ma diversa dimensione e localizzazione. Ancora un intervento cui andare incontro, ancora un abbandono da tirarsi dietro. “Mi è toccato di nuovo lasciare gli studi e riprendere solo dopo 2 mesi dall’intervento, che mi aveva parecchio indebolita e letteralmente lasciato un senso di vuoto”.
Ma ora le cose sono cambiate. Marta è all’ultimo anno di università, studia comunicazione e sogna di laurearsi senza problemi. “Ho sempre voluto dare il meglio e ottenere il massimo. Ho affrontato tre tumori cerebrali in circa sette anni e devo dire che è stato molto stancante – ammette. Sembrerebbe superfluo dirlo, ma sono contenta di essere viva e ho molti progetti per il mio futuro”.
Sì perché Marta non si ferma. Anzi. È proiettata nel futuro come pochi. “Il mio primo progetto è quello di laurearmi col massimo dei voti e di intraprendere subito l’attività di libera professionista”. Il 22 ottobre 2013 è uscito il suo primo libro “Quella che ero e quella che sarò”, in cui racconta tutto quello che ha vissuto.
E non finisce qui. Marta sta lavorando al progetto Studiareaccessibile.it, una delle prime idee per il supporto agli studenti con disabilità che verrà realizzata in Italia. Una piattaforma che ha lo scopo di forare una community di studenti che si aiutino tra di loro.
“Il progetto prevede anche la creazione di opportunità lavorative per i giovani con disabilità” – aggiunge, entusiasta, Marta. I ragazzi con disabilità potranno prendervi parte, gestire e curare la piattaforma. E Marta gestisce già una pagina facebook attivissima con una community folta e consolidata di studente con disabilità. “Sono convinta che questo progetto possa dare un aiuto concreto alle persone con disabilità. Spesso si tende a sottovalutare che i disabili abbiano bisogno di lavorare” – conclude Marta. “Voglio essere d’aiuto a chi, come me, farà davvero molta fatica a crearsi un futuro”. Siamo sicuri che Marta sia già sulla buona strada.
Raffaele Nappi
Brava un bel esempio per molti, soprattutto per chi non ha disabilita. Complimenti