Nessun concorso truccato: è la conclusione alla quale è giunto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina che ha accolto la richiesta di archiviazione per Michele Caraglia, professore ordinario presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Giuseppe Legname, professore di Biochimica presso l’Università degli Studi di Trieste, e Giovanni Li Volti, professore ordinario di Biochimica all’Università di Catania, che erano stati accusati di falso e abuso in ufficio riguardo all’esito di un concorso per un posto di ricercatore nell’ateneo messinese.
Le accuse
Gli accademici erano indagati nell’ambito di una inchiesta, nata dalla denuncia di una candidata che era risultata non vincitrice di un concorso universitario svolto dall’Università di Messina per un posto di ricercatore. Secondo l’accusa, i membri della commissione esaminatrice avevano falsificato i verbali delle prove concorsuali, simulando un confronto scientifico tra i candidati che in realtà non c’era mai stato. Secondo la denuncia, infatti, la vittoria di un’allieva dell’ex rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, era già stata decisa a tavolino. Da qui dunque la denuncia e l’avvio delle indagini.
La decisione del gip
Per il gip però gli elementi raccolti nell’indagine non sono sufficienti a provare che il concorso fu truccato. “Gli elementi acquisiti nei confronti degli odierni indagati non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna a loro carico, né si ravvisano ulteriori attività idonee all’accertamento dei fatti” si legge nel provvedimento di archiviazione che ha recepito quello che era stata la richiesta anche del pubblico ministero.
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