Anche il mondo dell’università è costretto a fare i conti con il caro bollette. Se nelle scorse settimane qualcuno aveva adombrato il pericolo che potesse arrivare una maxi stangata da 500 milioni di euro per gli atenei a causa dell’aumento del costo dell’energia, in questi giorni cominciano ad arrivare le prime conferme. È il caso di Bologna dove l’Alma Mater dovrà mettere mano al portafogli e pagare una bolletta da 30 milioni di euro (invece dei “soliti” 15).
Per questo oggi il rettore dell’ateneo ha presentato una serie di iniziative che hanno come obiettivo quello di provare a contenere i costi, estendendo a tutti i plessi progetti di efficientamento già avviati in alcuni dipartimenti (come quello che riguarda la sostituzione degli impianti di illuminazione delle serre e degli edifici di Agraria presentato oggi) e mettendo a punto il primo piano energetico dell’Ateneo, che sarà pronto tra novembre e dicembre. Oltre a recapitare nelle caselle di posta elettronica del personale dell’Alma Mater un vademecum con una serie di indicazioni per la riduzione dei consumi in aule e uffici.
“Siamo di fronte a una grave crisi che l’Università dovrà affrontare: le stime per il 2022 variabili e dipendono dall’andamento dei prezzi, ma sono vicine al raddoppio della spesa energetica, dai 15 milioni all’anno dei bilanci precedenti, con ricadute sulla capacità di programmare le risorse per il futuro” ha detto il rettore Giovanni Molari.
Tra le iniziative messe in campo c’è la sostituzione dell’illuminazione nelle serre e nella sede del dipartimento di Agraria. In particolare, nelle serre sono state installate 420 lampade a led al posto di 240 lampade alogene, che non solo consumano di più, ma scaldano anche di più costringendo gli impianti di raffrescamento a un super lavoro: le nuove luci a led (oltre a essere intelligenti e regolabili in base alla necessità delle varie piante) permetteranno di abbattere i consumi energetici del 40%.
Contemporaneamente solo nella sede del dipartimento di Agraria (il grande edificio a fianco del Caab) sono stati cambiati 4.800 punti luce: un intervento che, stima l’Ateneo, permetterà di risparmiare 138.893 kilowattora all’anno, il 4% dei consumi totali del plesso. “Abbiamo il dovere di adottare comportamenti lungimiranti, che siano un esempio da imitare anche da fuori dal campus. La prima cosa che stiamo facendo è una dettagliata fotografia della situazione attuale dei consumi e delle dotazioni che si tradurrà in azioni concrete”. Saranno sostituite le centraline, con sistemi più intelligenti che consentiranno un controllo da remoto degli impianti in modo da accendere o spegnere i riscaldamenti in base all’utilizzo degli spazi. Tra gli interventi strutturali a lungo termine, l’aumento della dotazione di impianti fotovoltaici. Solo il “relamping” può far risparmiare dai 400.000 ai 500.000 euro all’anno.
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