«In queste settimane stiamo ricevendo un numero crescente di segnalazioni da parte di educatori e famiglie, giustamente preoccupati per i contenuti proposti in alcuni corsi di formazione obbligatori destinati agli asili nido e alle scuole dell’infanzia», dichiara in una nota la consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Iannarelli.
«Tali percorsi, promossi dal Comune di Roma con il coinvolgimento di attiviste prevedrebbero indicazioni rivolte alle educatrici affinché evitino di permettere ai bambini di riconoscersi nei tradizionali ruoli maschili e femminili rappresentati nelle fiabe», spiega la consigliera.
«L’obiettivo dichiarato di questi interventi è quello di decostruire gli stereotipi di genere sin dalla prima infanzia. Ma l’impostazione proposta rischia di risultare pervasiva e di incidere persino sulle scelte spontanee dei bambini – dai colori agli abiti, dai giochi come le cucine o le macchinine – anche quando tali preferenze siano espresse liberamente», prosegue Iannarelli.
Secondo la consigliera, si arriverebbe addirittura a scoraggiare pratiche didattiche consolidate, come il semplice conteggio del numero di maschi e femmine presenti in classe. Si vuole introdurre concetti matematici di base, in nome di quella che definisce «un’imposizione ideologica priva di fondamento pedagogico».
«A questa situazione – aggiunge – si unisce l’intervento dell’associazione Famiglie Arcobaleno, presieduta a lungo da Marilena Grassadonia, oggi delegata del sindaco per il Dipartimento LGBTQ+, che propone attività e letture destinate a bambini di appena tre anni. In questi materiali si affrontano temi complessi come l’adozione da parte di coppie omosessuali e la cosiddetta “genitorialità arcobaleno”. Riferimenti indiretti a pratiche come la maternità surrogata, espressamente vietate dalla normativa italiana».
«Questa deriva ideologica – conclude Iannarelli – non può essere condivisa né ignorata. È nostro dovere tutelare la salute, la serenità e lo sviluppo armonico dei bambini. È inaccettabile che l’infanzia venga utilizzata per veicolare messaggi politici e culturali così fortemente orientati. La scuola deve rimanere un luogo neutrale e rispettoso della libertà educativa delle famiglie e dei principi costituzionali. Noi continueremo a difendere con fermezza il diritto dei genitori a scegliere liberamente il percorso educativo dei propri figli. Vogliamo garantire ai bambini un’infanzia serena, lontana da qualsiasi pressione ideologica».
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