Il leghista Valditara all’Istruzione e la berlusconiana, figlia di un ex ministro forzista, Anna Maria Bernini, all’Università e Ricerca. Sono i due nomi per il comparto di scuola e università concordati insieme agli altri ministri forzisti ieri pomeriggio nella sede di Fratelli d’Italia a Roma, tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.
Totoministri
C’è chi ha detto che l’ex cavaliere sia andato a Canossa. Bisogna rettificare, è andato in via della Scrofa. Il “patto della Scrofa”, così è stato subito ribattezzato dalla stampa, prevede l’ultimo incastro dopo i malumori e venti di guerra scaturiti da Forza Italia con il non voto in blocco del presidente del Senato, La Russa. Ora tutto sembrerebbe rientrato, con la concessione di sei ministeri ai berlusconiani. Antonio Tajani, già coordinatore di Forza Italia, andrà agli Esteri e diventerà vicepremier alla stessa stregua di Matteo Salvini che prenderà il dicastero delle Infrastrutture. Giancarlo Giorgetti, antagonista interno alla Lega di Salvini andrà all’Economia (la sua personale, e non solo, vicinanza a Mario Draghi ha blindato il Mef).
Per l’Istruzione è confermato il leghista Giuseppe Valditara, già estensore della riforme Gelmini del 2010, che sarebbe dovuto essere ministro dell’Università già nel governo giallo-verde ma il posto gli venne soffiato dall’ex pentastellato Fioramonti. Mentre al MUR il nome concordato con Berlusconi è quello di Anna Maria Bernini, famiglia berlusconiana – il padre è stato ministro nel primo governo Berlusconi -, lei ha militato prima in Alleanza Nazionale (insieme a Meloni), poi trasferitasi in Forza Italia dopo la breve parentesi del Pdl. Professoressa associata di Diritto pubblico comparato all’Università di Bologna, attualmente non insegna più, è avvocato. Bernini è la figura più progressista della squadra di governo e uno delle più progressiste in maggiornaza: ha difeso da sempre i diritti civili e ha votato sia la legge Cirinnà che la legge per l’adozione da parte delle coppie omosessuali.
Transizione Ecologica a Forza Italia con un commercialista
All’importante ministero della Transizione Ecologica, fondamentale per i giovani, andrà al partito con il peggiore programma ecologista ed energetico: Forza Italia. Sarà Gilberto Pichetto Fratin, politico piemontese di lungo corso e commercialista, tesoriere di FI. Lo Sviluppo Economico, il MISE, andrà all’amico storico di Giorgia Meloni ed ex deputato di FdI, nonché uno dei suoi fondatori, Guido Crosetto. Il partito di destra strappa anche la Difesa con Adolfo Urso. Mentre gli interni rimangono “zona franca” con l’imposizione della Lega di un tecnico, Matteo Piantedosi, prefetto a Roma, così da non destabilizzare gli equilibri politici di un ministero caro a Salvini.
Ad oggi il nome più forte per la Giustizia sarebbe quello di Nordio, ex magistrato appena eletto tra le file di FdI. È il suo profilo che la probabile futura premier Meloni continua a indicare. Oltre a quello di Nordio, altri nomi in lizza per diversi ministeri sono quelli di: Marina Elvira Calderone, per il Lavoro, Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa italiana, per la Salute. Roberto Calderoli per gli Affari Regionali, l’azzurro Raffaele Fitto per gli Affari Europei e di Giovanbattista Fazzolari, altro fedelissimo di Giorgia Meloni alla pari del cognato Lollobrigida e di Crosetto, nonché ideologo del programma di FdI, come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Mentre alla Cultura il nome che emerge dalle indiscrezioni è quello dello scrittore e storico Giordano Bruno Guerri.
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