Il presidente Napolitano è soddisfatto della posizione costruttiva presa dagli studenti e precisa che il metodo da utilizzare è il dialogo costante. Questa mattina in occasione della sua visita alla Bocconi per il passaggio di consegne tra il rettore Angelo Provasoli e il suo successore Guido Tabellini, il capo dello stato ha incontrato una delegazione di studenti che gli hanno consegnato una lettera.
Nel foglio i giovani bocconiani fanno appello a Napolitano perché inviti “le forze politiche presenti nel parlamento ad affrontare in modo organico la questione universitaria e ad aprire un dibattito che porti ad una riforma profonda del sistema vigente migliorando l’organizzazione e l’efficacia degli istituti di ricerca e promuovendo la piena realizzazione del diritto allo studio”. Inoltre si chiede che le azioni di protesta con interruzione delle elezioni siano attuate in modo “condiviso” dalla maggioranza degli studenti.
Gli studenti ritengono “necessaria” una profonda riforma ma si dicono “contrari ad intraprendere la ‘dieta forzata’ a cui la legge 133 ha sottoposto le università italiane e la ricerca”. Bisogna cambiare, sottolineano, il sistema di finanziamento degli atenei tenendo conto non solo del numero degli iscritti ma anche, in modo più vincolante, dei ‘risultati raggiunti’.
Non è accettabile, dicono, il taglio indiscriminato del fondo di finanziamento che colpisce nella stessa misura centri di eccellenza e università di livello decisamente inferiore. Esprimono poi preoccupazione per “la situazione presente e futura dei centri di ricerca” che fa intravedere il “progredire di un lento declino”. Gli studenti attribuiscono un’importante responsabilità di questo stato di cose agli intellettuali che animano l’università italiana, che hanno spesso interpretato il loro ruolo in maniera opportunista e conservatrice.
L’Unione degli Universitari con una nota fa sapere che ha accolto di “buon grado la notizia dell’incontro del Presidente della Repubblica Napolitano con un gruppo di studenti dell’Università Bocconi che, in questo momento di sordità delle istituzioni rispetto alle proteste, rappresenta un piccolo passo in avanti”. E ritengono inoltre che “il Presidente della Repubblica debba in questa fase farsi garante perché il popolo che è sceso in piazza ieri venga ascoltato”.
Nel suo ultimo giorno da rettore, Angelo Provasoli ha annunciato il proprio sostegno alle ragioni degli studenti preoccupati dei tagli all’Università.
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