Gli Artigiani Digitali alla conquista di Roma

 Studenti, ricercatori ed esperti hanno deciso di fare gruppo. “Andare via? Noi non ci arrendiamo”
 
“Abbiamo deciso di rimanere perché avviare qualcosa nella tua città, dove sei nato, dove hai una rete di contatti, sulla carta, è più semplice che avviarlo in un paese straniero. E soprattutto perché non vogliamo fidarci del solito motto “In Italia è impossibile, andate all’estero”, vogliamo sperimentare in prima persona, senza alibi e senza credere passivamente a quello che si sente in giro. Siamo convinti, che se ci si impegna, e si è competenti, i risultati arrivano. E quindi ci siamo rimboccati le maniche e senza pensarci troppo abbiamo fondato Let’s Make”. Eccoli i ragazzi della Capitale. Giovani, ricercatori, esperti, appassionati, che fanno rete e si buttano nell’impresa di fare impresa. Sono i Makers, gli artigiani digitali, interpreti di un movimento basato sulla costruzione delle cose attraverso manualità, innovazione tecnologica e sostenibilità. Negli ultimi anni sono tante le realtà di questo tipo nate sul territorio, partendo dallo spirito di intraprendenza e dalla capacità imprenditoriale. Requisito minimo? Voglia di fare.
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CONDIVIDERE IDEE, SPAZI, ATTREZZATURE –  I FabLab sono comunità dove si lavora in gruppo per usufruire di competenze tecniche trasversali: professionisti, aziende, designer e cittadini si incontrano per sviluppare idee, condividere competenze e – anche – attrezzature (stampanti laser, stampanti 3D, laser cutter, ad esempio). “L’obiettivo principale è avere uno spazio, economicamente sostenibile, e una rete di persone, che permetta di concretizzare le idee e i progetti di giovani creativi”- raccontano i ragazzi di Let’s Make. “Quindi è il luogo ideale per liberi professionisti, piccole start-up e per studenti universitari che hanno bisogno di una rete, di strumenti e del confronto che solo un ambiente di coworking può darti”.
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NON ASPETTIAMO LE ISTITUZIONI” – I progetti, spesso, vanno avanti senza l’aiuto di nessuno. “Siamo nati da un gruppo di 20 persone itineranti di differenti professionalità; ingegneri, architetti, designer, musicisti, hobbisti. Volevamo iniziare a costruire progetti insieme – racconta Stefano Varano, di Roma Makers. “Avevamo bisogno di spazio: siamo usciti dal nostro garage e abbiamo deciso di aprire mettendo insieme le risorse di 4 persone. Non abbiamo aspettato le istituzioni”. Alcuni di loro sono cervelli rientrati in Italia, che hanno vissuto appieno l’esperienza all’estero e hanno deciso di tornare, animati dallo spirito di sperimentare azioni, eventi e pratiche attive sul territorio.
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LA REAZIONE DEI CITTADINI – “Roma ha molte risorse, ma per il momento rimangono bloccate – continua Varano. “In generale abbiamo ricevuto una risposta molto corposa da parte di curiosi e professionisti. Gli studenti universitari, poi, trovano nel nostro laboratorio un posto dove fare pratica della teoria studiata durante i corsi di laurea”. I corsi tenuti dai Makers sono seguiti da esperti, professionisti e studenti. Un liceale ha trovato una start-up dove lavorare. Un pensionato, ad esempio, si è fatto aiutare proprio da uno studente per la conclusione di un progetto a cui lavorava da tempo.  La parola makers non indica una professionalità, non esiste un albo né un corso per diventarlo: è un approccio mentale ai problemi. “Frequentando un posto come il FabLab si possono approfondire conoscenze e professionalità e scegliere su basi pratiche i propri collaboratori” – conclude Valerio. “All’interno del FabLab cerchiamo di applicare un approccio open source: condividiamo ognuno un po’ del nostro sapere professionale, mettendolo a disposizione della comunità”.
Gli artigiani digitali, dunque, sono i protagonisti della terza rivoluzione industriale, un mondo giovane fatto di giovani e anche di adulti con idee nuove. Per questo il Ministero del Lavoro, in collaborazione con l’agenzia tecnica Italia Lavoro, ha deciso di supportare le iniziative dei Makers, integrando i temi del lavoro, dell’educazione e dello sviluppo economico.
 
Il Manifesto dei Makers per l’occupazione
Italia Lavoro ha riunito esponenti dei Makers e li ha messi in relazione con decisori e pensatori. Il risultato di questi incontri è il Manifesto Makers, un insieme di spunti e proposte per promuovere concretamente nuove forme di autoimprenditorialità e di occupazione.
10 Punti del Manifesto Makers per l’occupazione

  • Investire sulle piattaforme abilitanti
  • Diffondere la cultura makers
  • Formare gli operatori
  • Incentivare il rapporto con l’Impresa
  • Aggiornare il mondo della Formazione e dell’Istruzione
  • Aumentare la collaborazione tra Istituzioni e Associazioni
  • Mappare le competenze
  • Supportare le creazione Startup in ambito Makers
  • Finanziare in maniera innovativa
  • Avviare progetti per l’occupazione giovanile con i Fondi strutturali europei

 
 
APPROFONDIMENTI
Intervista a Roma Makers: “Così gli studenti riescono finalmente a fare pratica” 
Andare via dall’Italia? Noi non ci arrendiamo 
Raffaele Nappi
 

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