Giovanissimi, italiani e molto violenti: ecco l’identikit delle baby gang nel nostro Paese

Dopo il pestaggio di un ragazzo a Roma con la sindrome di Down, si torna a parlare delle bande di ragazzi che imperversano soprattutto nelle grandi città. Dati ufficiali non ce ne sono ma le università di Bologna, Perugia e Cattolica hanno effettuato una ricerca sulla loro composizione.

Sono composte perlopiù da italiani, di età compresa tra i 15 e i 17 anni. Si muovono in gruppo ristretti, mai più di dieci e il loro comune denominatore è il disagio economico da cui provengono: è questo l’identikit delle baby gang in Italia di cui si torna a parlare con insistenza dopo il pestaggio del diciassettenne con la sindrome di Down avvenuto qualche giorno fa nel quartiere Garbatella, a Roma.

In mancanza di dati che permettano di monitorare in maniera sistematica questo fenomeno e le sue caratteristiche, a fornire una prima mappatura è il rapporto esplorativo ‘Le gang giovanili in Italia’ pubblicato e realizzato da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno e il Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità del ministero della Giustizia.

L’analisi ha messo in evidenza, in particolare, come ci siano quattro tipi principali di gang presenti in Italia con caratteristiche differenti e una diversa distribuzione sul territorio. Nella Capitale operano principalmente tre gruppi: Anundo gang’s, La 17 e La 18. Si tratta di gruppi che rientrano nella prima tipologia individuata dal rapporto, ossia gang prive di una struttura definita, prevalentemente dedite ad attività occasionali violente (es. risse, percosse e lesioni) o devianti.

Sono la tipologia di gruppo maggiormente presente in Italia, caratterizzata da legami deboli, natura fluida, assenza di una gerarchia chiara o una organizzazione definita e spesso anche di fini criminali specifici. Riguardo alla composizione di queste gang, dai dati raccolti emerge che in quasi la metà dei casi sono composte in prevalenza da italiani, e meno di una su tre è composta in prevalenza da stranieri. I membri hanno generalmente un’età compresa fra i 15 e i 17 anni, sebbene in quasi un quarto dei casi l’età prevalente è compresa fra i 18 e i 24 anni.

La maggior parte di questi gruppi è composto da un numero inferiore a 10 individui e in meno della metà dei casi i membri sono in situazione di disagio socioeconomico. Le ragioni che spingono alla creazione di questi gruppi sono molteplici: i giovani possono cercare in queste gang una risposta ad uno stato di isolamento sociale, di insoddisfazione rispetto alla propria condizione o di incapacità di relazionarsi con i propri pari.

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