Giorno della Memoria, Abodi: “Obiettivo è pace e rispetto, proseguire alfabetizzazione dei giovani”

Il ministro ha commentato anche le scritte apparse sulla Piramide Cestia: “Testimonianza di mancanza presupposto culturale”

“Quello che ha vissuto la senatrice Segre non si può immaginare, cercheremo si smentire la sua preoccupazione su una sensibilità che svanisca nel tempo. Teniamo molto alle azioni concrete questa giornata è un impegno di continuità e sinergie all’alfabetizzazione culturale. L’obiettivo finale deve essere la pace e il rispetto e per arrivarci serve un lavoro costante”, lo ha affermato il ministro dello Sport e i Giovani, Andrea Abodi, durante la conferenza stampa nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il ‘Giorno della Memoria’. “Non ci si infili fra le pieghe delle istituzioni per far passare linguaggi da non accompagnare. Le lacune non possono essere risolte con un viaggio. Ogni anno visite e riflessioni con il sistema sportivo e i giovani si misuri con la propria coscienza in modo ampio e diffuso. Voglio che questo impegno abbia continuità al di là delle espressioni politiche che rappresentiamo”, ha sottolineato il ministro.

Abodi: “Responsabilità di proseguire opera di alfabetizzazione culturale”

Un impegno, quello del governo verso i giovani, sempre più profuso al rispetto contro il razzismo e quindi anche contro l’antisemitismo. Soprattutto nel mondo sportivo, filo rosso che lega sempre di più i rapporti tra i giovani. “Abbiamo la responsabilità di proseguire nell’opera di alfabetizzazione culturale rispetto il tema della Memoria, che è un patrimonio che va allenato, vissuto e coltivato. Per far si che ciò che è stato non si ripeta – afferma il ministro -. Con la Federazione Italia Gioco Calcio abbiamo firmato più di un anno fa con Ucei un accordo per adoperare in modo concreto e una testimonianza di un impegno che non rimanga limitato in questa giornata ma si declini ogni giorno nel presidio di comportamenti adeguati. E che consenta al mondo sportivo di partecipare alle attività di contrasto all’antisemitismo. Ceppo di sottocultura che noi dobbiamo contrastare”.

“Cerchiamo di sottolineare che l’antisemitismo non è qualcosa di nuovo ma si manifesta ogni volta nella storia – afferma Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) -. Dopo il 7 ottobre è tornata l’ondata, svelando evidentemente un substrato sotterraneo, forse possiamo etichettarlo come antisemitismo politico quello di oggi in cui inserisce una dimensione dialettica governativa come risposta. Sionismo ha un significato preciso nella storia ebraica sul perché andare a vivere in Israele, usare la parola antisionista come appellativo che denigra un determinato soggetto rientra nelle forme di antisemitismo. Non si possono separare dicendo che io ho un problema con Israele ma non sono antisemita”.

Le scritte comparse nella notte sulla Piramide Cestia

“A Piramide Cestia c’è una testimonianza di una mancanza di presupposto culturale, non possiamo non stigmatizzare quel messaggio e contrastare un pensiero destrutturato culturalmente – ha denunciato Abodi -. Non si può lasciare correre semplici espressioni che sembrano manifestazioni di pensiero ma nascondono disagio culturale. Questa giornata è una parentesi che non si chiude mai, occorre alzare il profilo dell’attenzione e intervenire tempestivamente ed efficacemente per far comprendere che certi comportamenti non sono accettati e accettabili neanche dentro lo stadio”. 

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