Troppo svogliato durante le lezioni, anche se considerato un genio, è stato bocciato dalla scuola ma promosso dal Tar: è quanto è successo a un ragazzo di 12 anni che frequenta un istituto della provincia di Vicenza che, nonostante il quoziente intellettivo superiore a 130, a fine anno era stato bocciato per il poco impegno in classe. I suoi genitori però non hanno accettato la decisione dei docenti, convinti che il figlio non avesse avuto un rendimento adeguato perché poco coinvolto e stimolato dalle lezioni che gli venivano proposte. Ecco perché hanno deciso di rivolgersi al Tar che ha quindi sospeso la bocciatura permettendo al 12enne di iscriversi regolarmente alla classe successiva assieme ai suoi compagni.
La richiesta dei genitori
A motivare la decisione il fatto che tempo fa i genitori del ragazzo avessero depositato una certificazione rilasciata da uno specialista dove si affermava che il 12enne era “plusdotato” e che quindi necessitava di un percorso di apprendimento certamente differente da quello degli altri compagni di classe.
Il nodo della certificazione
“Malgrado la certificazione sia stata consegnata per tempo e malgrado le varie sollecitazioni fatte dalla famiglia non è stato mai attivato un percorso per venire incontro ai bisogni speciali di nostro figlio — hanno detti al Corriere della Sera i genitori di Filippo— A scuola nostro figlio si trova bene sia con i compagni che con i docenti. Purtroppo, le persone pensano sempre a questi ragazzi come dei “secchioni” che non incontrano alcuna difficoltà ma non è affatto così! Hanno le loro peculiarità e punti deboli, emotivamente sono molto sensibili e si possono sentire non a loro agio”.
“Devono essere stimolati”
“Questa cosa succede di frequente con i ragazzini plusdotati – ha aggiunto Ermelinda Maulucci, l’avvocata dei genitori del 12enne – quando sono più intelligenti della norma hanno bisogno di essere stimolati nel modo giusto. A questa intelligenza, peraltro, si accompagnano una serie di caratteristiche che a volte non sono compatibili con la scuola ‘standard’ come, ad esempio, il pensiero non sequenziale. Questo significa che a volte il modo in cui vengono spiegate le cose a scuola può non andare bene per loro”.
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