BOLOGNA – Alla Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, il professor Gustavo Gozzi, docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Bologna (sede di Ravenna), ha ricostruito la lunga storia della Palestina e ha definito senza esitazioni quanto sta avvenendo a Gaza: “Un genocidio, una pulizia etnica, un annientamento di gruppo”. Parole pronunciate poco prima dell’attacco notturno dell’esercito israeliano a Gaza City, che ha lasciato dietro di sé un nuovo bilancio drammatico.
Una storia che non comincia il 7 ottobre
La Palestina – ha spiegato Gozzi – ha una storia lunga migliaia di anni, segnata dal succedersi di civiltà: persiana, greca, bizantina e poi l’impero ottomano, seguito dall’occupazione coloniale del mandato britannico dal 1920 al 1947. Il movimento sionista, nato a fine Ottocento, si inserì nel quadro del progetto coloniale europeo. il suo fondatore, Theodor Herzl, autore di Der Judenstaat (Lo Stato degli ebrei), scriveva che gli ebrei avrebbero costituito per l’Europa una barriera che l’avrebbe separata dall’Asia e “un avamposto di civiltà contro la barbarie”.
Secondo il professore, i palestinesi percepirono questa presenza come un’usurpazione illegale delle loro terre, fino al rifiuto del piano di spartizione dell’ONU. “Quel rifiuto – sottolinea – fu il pretesto per la leadership israeliana per dichiarare nulla la risoluzione delle Nazioni Unite e stabilire con la forza i propri confini”.
Il trauma del 1948
La nascita di Israele nel maggio 1948 coincide, nelle parole di Gozzi, che richiama la ricostruzione effettuata dallo storico israeliano Ilan Pappé, con un episodio di “pulizia etnica”: l’occupazione dei villaggi palestinesi e l’esodo forzato di centinaia di migliaia di persone. “È da lì – ricorda – che inizia il dramma che viviamo ancora oggi”.
Hamas e la resistenza
Sul 7 ottobre 2023, il professore è chiaro: “Hamas si definisce movimento di resistenza islamico, nato nel 1987 in occasione della prima intifada di Israele, cioè la prima rivolta del popolo come reazione all’occupazione israeliana. Ma una cosa bisogna dirla: Hamas non rappresenta tutta la popolazione palestinese. Hamas si è macchiato di gravi crimini di terrorismo, di eccidi e crudeltà efferate, che non possono essere giustificate in alcun modo. Ma occorre situarne l’origine nel contesto storico e politico di espropri, sopraffazioni, discriminazioni subite dal popolo palestinese”.
La Flotilla e il vuoto istituzionale
Gozzi ha infine collegato il presente alla missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, salpata dal Mediterraneo per portare aiuti a Gaza: “La Flotilla colma il vuoto lasciato dalle istituzioni internazionali. Quando i governi non agiscono, la società civile si mobilita”.
“Genocidio”, anche l’ONU conferma
Il professore ha insistito sul termine: “Non possiamo più chiamarlo conflitto. Quello che vediamo è genocidio: annientamento sistematico di un popolo”. Una definizione che trova eco nelle parole pronunciate ieri dalla Commissione ONU, che per la prima volta ha parlato esplicitamente di genocidio a Gaza.
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