Due arresti e un sequestro da 24 milioni di euro all’università Link Campus di Roma. La Procura di Roma sta indagando su una maxi truffa all’erario. I reati contestati sono quelli di indebita compensazione e dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti.
Secondo i pm l’evasione delle somme dovute alle casse dello Stato porta la firma di uno dei vertici dell’università privata, Carlo Maria Medaglia, già prorettore e docente e di una sua collaboratrice. Sono accusati di aver garantito l’avvio di falsi progetti di ricerca e sviluppo ad oltre 20 società, consentendo a queste ultime l’illecito utilizzo di crediti d’imposta. Durante le indagini sono state prese in considerazione le posizioni di 29 persone e 20 società. Così è venuta alla luce la gigantesca frode allo Stato, il docente finito in manette aveva messo in piedi un sistema di veri e propri pacchetti di risparmio fiscale con false fatturazioni utilizzate in dichiarazione per abbattere i debiti erariali e beneficiare di crediti d’imposta mai maturati. L’Università e il consorzio, oltre all’erogazione di benefici fiscali non dovuti, avrebbero utilizzato a loro volta fatture per operazioni inesistenti per abbattere il carico di imposte da versare. Anche grazie a un giro di società che facevano sempre riferimento allo stesso docente.
Link Campus: “Indagine riguarda altra governance, Ateneo non raggiunto da alcun provvedimento”
L’Università Link Campus dopo la notizia degli arresti ha diffuso un comunicato stampa: “Si tratta degli sviluppi di un’indagine legata a fatti avvenuti prima dell’estate del 2020, quando la Link Campus University aveva un’altra governance e un altro management. Da oltre tre anni a questa parte la Link ha un nuovo presidente, un nuovo rettore, un nuovo direttore generale, un nuovo Cda e un nuovo Senato Accademico. Sono pochi, però, gli organi di stampa che lo ricordano – si legge nella nota – La “confisca di conti correnti e beni per il valore totale di 24 milioni di euro” non riguarda l’Ateneo, che non è stato raggiunto da alcuna richiesta o da alcun provvedimento da parte degli organi inquirenti. L’Università degli Studi Link è dunque parte lesa per il grave danno di immagine che le notizie, così come sono state riportate, stanno producendo”.
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