“Sono due giorni che giornali e notiziari continuano a ripetere la parola disonesti, ma voglio dire chiaramente che non tutti lo siamo”. Inizia così lo sfogo di una studentessa ferrarese iscritta al secondo anno del corso di studi di Scienze Motorie all’Università di Ferrara.
L’esame annullato all’Università di Ferrara
A lei, e ad altri suoi 361 colleghi di ateneo, qualche giorno fa, è stato annullato il test di Psicobiologia e Biologia che avevano sostenuto lo scorso 27 gennaio. Un esame che consisteva in una serie di quesiti a risposta multipla da compilare sulla piattaforma “Moduli” di Google, a cui gli studenti potevano accedere direttamente dai propri smartphone, computer o tablet.
La prova con ChatGpt e la decisione dell’ateneo
Il motivo? Qualche partecipante – secondo l’ateneo – si sarebbe aiutato con ChatGpt e altre applicazioni di intelligenza artificiale per superare la prova. “Sono stati dei polli” dice la studentessa – che vuole rimanere anonima – raggiunta a Corriereuniv.it, mentre esprime tutto il proprio “rammarico” per quanto accaduto, soprattutto perché era riuscita a portare a casa un 30 e che avrebbe fatto gola a tutti. Un risultato davvero prestigioso e che dà soddisfazioni, specialmente se raggiunto “con serietà e con impegno, incastrando tra mille difficoltà lavoro, famiglia e studio”.
Il racconto: “Avevo preso 30, adesso sono costretta a rifare l’esame”
Per questo motivo, la studentessa trova “profondamente ingiusto che, per colpa di alcune persone immature, ma non tutte, sia stato penalizzato l’intero gruppo e, ancor peggio, sia stata compromessa l’immagine della nostra università“. A tal proposito, “chi ha sbagliato – afferma – dovrà assumersi le proprie responsabilità ma “basta con le parole di denigrazione collettiva”.
Questo perché “l’università è una cosa seria. Forma i professionisti del futuro e perciò merita rispetto”. Lo stesso rispetto che meriterebbero di avere “i docenti e tutti gli studenti che ogni giorno studiano con una grandissima dose di dedizione e sacrificio”. Quindi, sottolinea la studentessa, “basta con le speculazioni”. “Mi hanno detto che l’esame giustamente è da rifare e lo rifarò. Magari – conclude – non prenderò più lo stesso voto, troverò domande più difficili rispetto a quelle dell’esame precedente, ma non si può fare altro”.
La comunicazione agli studenti
I reali motivi dell’annullamento sono però emersi nel secondo messaggio, che, a quanto pare, non è stato però ricevuto da tutti gli esaminandi. La spiegazione è stata piuttosto semplice: “Care studentesse e cari studenti, in una precedente comunicazione vi avevamo informato dell’annullamento della prova d’esame attribuendolo a problemi tecnici della piattaforma. Tuttavia, a seguito di verifiche interne, è emerso che numerosi partecipanti hanno fatto uso di strumenti esterni, come ChatGPT e altre applicazioni online, per rispondere alle domande”.
Il problema è legato al fatto che non è possibile risalire a chi abbia effettivamente fatto uso di questi strumenti e chi invece abbia invece sostenuto l’esame in maniera regolare. “Non abbiamo nessun metodo per capire chi ha barato”, afferma infatti la professoressa Craighero. Una volta corrette le prove è infatti emersa una media fin troppo alta (intorno al 28), cosa che, unita probabilmente a qualche segnalazione da parte degli studenti, ha portato alla decisione, condivisa con il coordinatore del corso, di annullare l’esame. Una scelta inevitabile, ma che ovviamente penalizzerà tutti. Per evitare casi simili, la prova verrà svolta senza l’ausilio di mezzi esterni.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv
Seguici su Facebook e Instagram