“L’università è la grande assente dai dibattiti e dai talk show, continua ad essere il fanalino di coda di tutte le politiche, nonostante in questa fase sia fondamentale riportare l’istruzione, la cultura e la ricerca prioritariamente al centro delle strategie, per uscire dall’impasse in cui siamo bloccati. Il diritto allo studio universitario in Italia è tutt’altro che garantito: chi non parte da condizioni economiche sufficientemente stabili si vede costretto a rinunciare alla formazione superiore”. È quanto denuncia Link Coordinamento Universitario in un editoriale in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.
“Le borse di studio continuano ad essere uno strumento insufficiente: oltre ad a basarsi su criteri di assegnazione obsoleti, con una visione patriarcale e familistica della condizione economica degli studenti, in quasi tutte le regioni italiane continua ad esistere la figura degli idonei non beneficiari, ovvero studenti che avrebbero diritto ma che, per mancanza di fondi, non avranno accesso”.
“L’investimento di 4.3 miliardi del PNRR su Università e Ricerca – proseguono gli studenti – sarebbe dovuto essere più mirato e strutturale: l’innalzamento delle soglie di accesso alle borse di studio e l’aumento degli importi non è una vera risposta se poi il numero di beneficiari si riduce. Enormi criticità riguardano anche l’aumento del ruolo dei privati nell’edilizia universitaria. L’attuale situazione condizione abitativa è insostenibile, con affitti sempre più alti nelle principali città universitarie italiane, gli studentati cadono a pezzi, molti vengono chiusi, su 1.793.210 studenti universitari ci sono solo 39.000 posti letto”.
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