Docenti, retromarcia del Ministero sul riconoscimento dei titoli all’estero. E i sindacati si spaccano

In un incontro con i sindacati nella tarda serata di ieri i tecnici del Ministero dell’Istruzione hanno comunicato la volontà di non procedere più al riconoscimento senza più attese dei titoli conseguiti all’estero. Esulta la Gilda. Anief: “Adesso si aprirà la strada dei tribunali”.

Il Ministero dell’Istruzione ha fatto dietrofront sul riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero. In un incontro che si è svolto nella tarda serata di ieri i tecnici di Viale Trastevere hanno annunciato ai sindacati il cambiamento di linea prospettando la possibilità di consentire la stipula dei contratti solo a chi è inserito con riserva in attesa di riconoscimento attraverso una modifica dell’ordinanza ministeriale 112/2022 e ha rinviato la soluzione ad un apposito intervento normativo, attualmente in fase di elaborazione.

L’intenzione sarebbe quella di collocare in coda, non è ancora ben chiaro se alla prima o addirittura alla seconda fascia, questi docenti, consentendo loro di stipulare contratti a tempo determinato ma non di partecipare alla procedura di stabilizzazione dalle graduatorie provinciali di supplenza (Gps), che potrà avvenire solo dopo la validazione del titolo, riconoscendo loro una priorità nell’assunzione in occasione delle operazioni del successivo anno scolastico.

È questo l’epilogo dell’accesa polemica che ha riguardo nelle scorse settimane la volontà da parte di Viale Trastevere di attuare una sorta di sanatoria sul riconoscimento dei titoli di studio ottenuti all’estero da docenti italiani e che avrebbe permesso loro di ottenere senza più attese un incarico annuale nelle scuole.

Un dietrofront che spacca i sindacati. “Accogliamo con favore il passo indietro del Ministero. Si tratta
di un risultato che premia il nostro impegno contro un provvedimento iniquo che rischiava di alimentare ulteriormente la compravendita delle specializzazioni e delle abilitazioni in Europa, a danno degli alunni con disabilità – è il commento della Gilda degli Insegnanti – Il diritto all’istruzione e all’inclusione degli alunni disabili deve essere il fondamentale punto di partenza nella gestione di queste problematiche”

“Questa retromarcia costerà cara allo Stato: migliaia di precari respinti non rimarranno a guardare e aumenteranno le vertenze contro l’abuso dei contratti a termine. Si prevedono non meno di 10 milioni di risarcimento l’anno” è invece il commento di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Nei fatti – commenta il sindacalista – in soli sette giorni il Ministero ha cambiato tutto: i docenti che hanno preso i titoli estero tornano indietro, niente più doppio canale di reclutamento, concorso straordinario-ter per soli 24 mila posti. A questo punto, per noi è inevitabile che la ‘palla’ passi nei tribunali. Il Ministero ha abbandonato le assunzioni da gps perché adesso non verrebbero conteggiate dall’Unione europea nelle 70 mila richieste. Però nel frattempo i precari della scuola aumentano, con un incremento pauroso, del 220% dal 2015. Invece, sui titoli presi all’estero si vogliono formare nuove code della vergogna, peraltro già dichiarate incostituzionali: è una soluzione che scontenta tutti, tranne gli altri sindacati che rinunciano, in cambio di questa retromarcia, al doppio canale”.

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