Non ci sarà distinzione, ai fini dei percorsi abilitanti, tra docenti precari che hanno prestato servizio nelle scuole statali e in quelle paritarie. A stabilirlo è stato un contestatissimo emendamento al Decreto 75 (il cosiddetto Pa bis) approvato ieri alla Camera e fortemente voluto dalla maggioranza di centrodestra.
L’emendamento prevede che solo ai fini abilitanti (requisito necessario per poter accedere ai futuri concorsi di accesso all’insegnamento) è necessario aver svolto servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, negli ultimi cinque, di cui uno almeno nella classe di concorso per la quale si sceglie di abilitarsi. I tre anni possono essere stati prestati sia nelle scuole statali che paritarie.
Una novità che fa gridare allo scandalo i sindacati. “Sui docenti precari è sbagliato equiparare esperienze diverse tra chi ha lavorato nella scuola pubblica e in quelle paritarie – ha tuonato la Flc Cgil – In questo modo si introduce una evidente disparità tra lavoratori con un emendamento assolutamente ideologico. Riteniamo sbagliato e ingiusto mettere sullo stesso piano un’esperienza professionale che ha seguito le rigorose regole di selezione e reclutamento della scuola statale e quella che ha seguito altri criteri di accesso, spesso discrezionali del datore di lavoro privato”.
Di tutt’altro avviso il leader di Noi moderati Maurizio Lupi: “Anche per i docenti delle paritarie si avrà l’abilitazione dai percorsi universitari, e l’insegnamento sarà considerato per 3 anni requisito valido per il mantenimento della parità da parte della scuola dove insegnano – ha detto – L’approvazione di questo emendamento è un ulteriore segnale importante di un lavoro coeso e condiviso per rafforzare il principio della parità scolastica”.
Sul caso è intervenuto anche il ministro Giuseppe Valditara: “Con il decreto abbiamo potenziato la scuola, sostenendola nell’attuazione del Pnrr e dando una risposta ai docenti precari sia delle scuole statali che paritarie, si semplificano le procedure per l’accesso ai servizi scolastici e per l’erogazione degli aiuti: grande attenzione ai lavoratori della scuola e alle famiglie”.
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