Docenti, nuove regole sui titoli di studio conseguiti all’estero. Gli specializzandi scrivono a Validtara: “No a scorciatoie”

È in arrivo la sanatoria sul riconoscimento dei titoli di studio ottenuti all’estero da docenti italiani e che permetterà loro di ottenere senza più attese un incarico annuale nelle scuole. Il ministro Valditara incontrerà oggi i sindacati per comunicare la volontà di firmare un’ordinanza che andrà a modificare l’attuale norma che disponeva l’inserimento con riserva degli aspiranti professori che entro il 31 maggio avessero sia conseguito il titolo all’estero e che avevano presentato la domanda di riconoscimento in Italia. Una riserva che introduceva il divieto di stipula di contratti fino al completo scioglimento dell’iter di riconoscimento.

Adesso la nuova ordinanza dovrebbe modificare questa regola, dando subito il via libera alle domande. Uno scenario che ha già fatto saltare su tutte le furie oltre 2000 docenti specializzandi o specializzati che temono di vedersi scavalcati dal decreto che riconoscerebbe i titoli sul sostegno conseguiti all’estero, in particolare in Spagna e Romania, mentre i docenti italiani hanno frequentato i corsi delle università italiane.

“Permettere a docenti di inserire con riserva nelle graduatorie provinciali per il sostegno di fare domanda per l’assegnazione degli incarichi annuali – spiegano i rappresentanti del comitato – significa pure consentire loro di partecipare all’assegnazione di posti di ruolo con la conseguenza che in Italia ci sarebbero centinaia di docenti stabilizzati il cui titolo non è mai stato ufficialmente e legalmente riconosciuto. Inoltre, il titolo di specializzazione in Italia viene conseguito con merito e sacrifici: otto mesi di frequenza; dieci di insegnamento e nove laboratori con relativi esami; progetto e relazione finale di tirocinio e tesi finale”.

In una lettera alla premier Meloni e al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il Comitato nazionale specializzato sul sostegno chiede che il provvedimento in vigore non venga in alcun modo modificato e che il ministero dell’Istruzione e del Merito “proceda alle opportune verifiche e ai controlli necessari per la valutazione e l’eventuale riconoscimento di tutti questi titoli conseguiti all’estero che continuano a proliferare negli anni”.

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