Sempre più vicino l’accordo tra il Ministero dell’Università, gli Atenei telematici privati e le Università, pubbliche e non riguardante le nuove regole sulla docenza. È arrivata infatti a Crui, Cun, Cnsu e Anvur la nuova bozza di decreto contenente le novità che la ministra Anna Maria Bernini aveva annunciato nei giorni scorsi durante la riunione con le telematiche. Come adesempio l’obbligo di prevedere un docente strutturato ogni due classi di studenti peressere accreditato. E questo varrà sia per atenei ordinari che telematici. Vi sarà anche il ritorno agli esami in presenza.
Le novità della bozza di decreto sugli atenei online
L’articolo 5 del Decreto, nella bozza, specifica che “le verifiche di profitto, nonché l’esame finale, sono svolti in presenza” per tutte le tipologie di corsi di studio a distanza. Nella sede dell’università o in un luogo fisico che ospiti una commissione formata da almeno due docenti della disciplina. Eventuali deroghe possono essere inserite nel regolamento di ateneo, con dei paletti: “individuare idonee misure relative all’univoca identificazione dei candidati e al corretto svolgimento delle prove”. Ma le maglie potrebbero allargarsi sulla base “del mutamento delle tecnologie a disposizione per lo svolgimento degli esami”. Un riferimento che nella proposta di partenza dell’Agenzia di valutazione Anvur era ancora più esplicito nel senso che lo svolgimento degli esami in remoto potrebbe configurarsi “come un’opportunità da affiancare alla valutazione in presenza e non come un pericoloso dal quale difendersi”.
Ad un successivo provvedimento verrà demandato il compito di indicare se i corsi rientranti in una singola classe di laurea potranno essere erogati in tutte e quatto le modalità previste. Convenzionale: cioè con una parte telematica non superiore a un terzo del totale, mista: dove l’erogazione online può arrivare ai due terzi o totalmente a distanza.
Le deroghe sul rapporto tra studenti e docenti
Altro punto della bozza di decreto riguarda il rapporto tra docenti strutturati e classi di studenti. In teoria già nell’anno accademico in corso sarebbe dovuta scattare la stretta contenuta in un decreto ministeriale del governo Draghi (il Dm 1154/2021), che portava tale rapporto all’uno a uno. Mentre ora il compromesso porterebbe il rapporto due a uno. Il tutto con un regime transitorio che consentirà ai corsi partiti entro il 2024/2025 di avere un anno in più per adeguarsi mentre i nuovi dovranno soddisfare da subito i nuovi parametri. Altra indicazione invece è quella che almeno il 20% delle attività didattiche online siano in modalità sincrona. Quindi non solo esami ma anche inconttri, aule virtuali ecc. Manca poco tempo al 30 novembre, data in cui gli atenei dovranno adeguarsi ai nuovi requisiti di docenza.
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