Decreto lavoro, cosa prevede il testo approvato in Cdm: dall’assegno di inclusione agli sgravi per i Neet

Il Consiglio dei ministri convocato nel giorno della Festa dei lavoratori ha approvato il decreto Lavoro: diverse le misure, dal provvedimento che segna l’addio del Reddito di cittadinanza al tetto dei fringe benefit che per i dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro. Ecco cosa contiene

Arrivano le attese misure sul lavoro, con un decreto approvato dal Consiglio dei ministri che il governo Meloni ha fortemente e simbolicamente voluto convocare per oggi, 1 maggio, nel giorno della Festa dei Lavoratori.

Dai 5,4 miliardi per l’esordio dell’Assegno di inclusione, che con l’addio al Reddito di cittadinanza arriverà dal 2024, al taglio del cuneo fiscale che sale di altri quattro punti fino alla fine di quest’anno, raggiungendo i 6 punti per i redditi fino a 35mila euro e i 7 punti fino a 25mila. Ma anche più fringe benefit, ovvero i bonus aziendali non tassati (beni e servizi compresi i rimborsi per le bollette), per i lavoratori con figli: il tetto sale a 3mila euro. Sono queste alcune delle novità emerse.

“Nel giorno della festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro. Abbiamo liberato un tesoretto da 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti ed oggi lo destiniamo al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni”, ha commentato la premier Giorgia Meloni

Incentivi assunzioni under 30

Se gli imprenditori e le aziende assumeranno dall’1 giugno al 31 dicembre 2023 under 30 Neet – giovani che non studiano e non lavorano – e che siano registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani” potranno presentare domanda per ottenere “un incentivo per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali”

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Previsti poi meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno (fino a dodici mesi non sono richieste) e non oltre i 24 mesi: le causali sono affidate ai contratti collettivi o, in attesa della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva (in questo caso comunque entro il 31 dicembre 2024). Inoltre si alza la soglia delle cosiddette prestazioni di lavoro occasionale, i cosidetti “voucher” da 10mila a 15mila euro per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento.

L’Assegno di inclusione sostituisce il Reddito di cittadinanza

La misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza arriverà dal primo gennaio 2024, come misura di “contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale”, rivolto alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e che potrà arrivare a 500 euro al mese (630 euro se composta da over 67 o con disabili gravi), cui aggiungere 280 euro mensili se vivono in affitto. L’Assegno di inclusione verrà erogato per diciotto mesi e potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. Necessario essere residenti in Italia da almeno cinque anni e avere un Isee non superiore a 9.360 euro. Per avere il beneficio si dovrà iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl).

Ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, sarà riconosciuto, per dodici mesi, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8mila euro annui (al 50% se a tempo determinato o stagionale). Per gli occupabili partirà dal primo settembre 2023. La partecipazione a corsi di formazione, di qualificazione professionale o a progetti utili alla collettività diventa vincolante. Il beneficio sarà di 350 euro e al massimo per dodici mesi, non rinnovabili.

L’assegno di inclusione interesserà i fragili e quindi i nuclei familiari con over60, componenti con disabilità o minorenni. Poi è prevista un’altra misura che è di attivazione al lavoro, un percorso per il lavoro in cui l’elemento importante è che chi vuole intraprendere questo percorso deve manifestare la sua volontà dando una manifestazione di attivazione”, ha detto la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone.

Taglio temporaneo del cuneo fiscale

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo fino alla fine dell’anno aumenta di altri quattro punti: per i periodi di paga dall’1 luglio 2023, la misura dell’esonero sale dagli attuali due punti a sei punti per i redditi fino a 35mila euro e dagli attuali tre a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.

Il Ministero dell’Economia ha fatto sapere che lo sgravio contributivo viene elevato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25 mila euro mentre viene innalzato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35 mila. “Circa 4 miliardi vengono destinati, nel periodo compreso tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2023 (senza ulteriori effetti sulla tredicesima), all’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio”. L’aumento in busta paga viene stimato, tra luglio e dicembre, fino a 100 euro mensili medi.

“Approvato al Consiglio dei Ministri del #PrimoMaggio: aumenti dagli 80 ai 100 euro mensili in busta paga fino a dicembre. Dalla sinistra e dai sindacati del NO le solite polemiche e i soliti cortei (con fantocci, insulti e bandiere bruciate), dalla Lega e dal centrodestra al governo taglio di tasse e aumento degli stipendi per milioni di lavoratrici e lavoratori”, ha scritto su Twitter il ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini 

Fringe benefit, aiuti ai lavoratori dipendenti con figli

Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro. Solo per il 2023, la bozza indica che “non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze” di acqua, luce e gas, fino a 3mila euro. Nello specifico il decreto prevede 142 milioni nel 2023 per innalzare fino a 3 mila euro la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali per tutti i lavoratori dipendenti con figli minori. Lo fa sapere il Ministero dell’economia, sottolineando che “si tratta di una misura che punta a sostenere le famiglie limitando l’impatto dell’inflazione sui redditi”.

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