Dal bando per richiamare in Italia giovani ricercatori a quello delle scienze applicate: sono quattro i principali provvedimenti in attesa di essere approvati dal Ministero della Ricerca (Mur) e che la crisi di governo, che ha portato allo scioglimento delle Camere, sta mettendo a rischio.
Alcuni provvedimenti però dovrebbero essere “salvi” e diventare operativi già nei prossimi giorni. Avviato e pronto per essere portato a termine, infatti, è il bando da 600 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per richiamare giovani ricercatori. Il decreto ministeriale è alla registrazione degli organi di controllo e in seguito è previsto, immediato, l’avviso della direzione generale.
È in programma a settembre, invece, l’iter di assegnazione di 1,61 miliardi di euro del Pnrr per i partenariati estesi a università, enti di ricerca e imprese. Inoltre, è in fase di redazione il bando per Fondo Italiano per le Scienze Applicate, che prevede uno stanziamento di 50 milioni per il 2022. Il ministero prevede infine di completare il decreto per assegnare 250 milioni del Pnrr sull’orientamento scuola-università.
Sono proprio questi ultimi tre provvedimenti quelli dichiarati più a rischio proprio perché dovranno ricevere l’ok nella fase più complessa della campagna elettorale. Anche per il mondo dell’università e della ricerca vale l’appello del presidente Matterella che nell’annunciare la fine della legislatura ha richiamato i partiti ad essere “responsabili” per non ostacolare durante la campagna elettorale gli obiettivi che l’Italia aveva faticosamente raggiunto durante l’ultimo periodo grazie proprio alla disponibilità dei fondi del Pnrr.
LEGGI ANCHE: