Dare del “finocchio” a un professore non è reato. Lo ha stabilito la Procura di Treviso che ha chiesto e ottenuto l’archiviazione di una denuncia penale per uno studente che aveva apostrofato con l’insulto omofobo un suo docente omosessuale. Per la Procura non si tratta di un reato “grave” ma di “lieve entità” e quindi non punibile. “Piuttosto il comportamento troverà una più idonea reprimenda a livello della disciplina scolastica” ha scritto il procuratore nella richiesta di archiviazione.
Gli insulti durante una gita
Il caso risale al novembre del 2023 quando gli studenti di una scuola tecnica di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, si trovavano in gita. Uno studente, all’epoca minorenne, si era rivolto al docente che accompagnava la classe (un giovane insegnante di 28 anni) con insulti omofobi e a sfondo sessuale. Frasi che il professore non avrebbe tollerato decidendo quindi di denunciare il ragazzo per oltraggio a pubblico ufficiale.
Il docente: “Per noi continue umiliazioni”
Il pubblico ministero che ha seguito il caso aveva riconosciuto il reato ma, in considerazione della tenue rilevanza penale, della condotta e dell’entità del danno e del pericolo, aveva deciso di chiudere il caso con una archiviazione. “Il mio obiettivo – ha detto il professore al Corriere Veneto – è far sapere alla gente quali umiliazioni devono subire ogni giorno tanti insegnanti che si recano sul posto di lavoro e devono sorbirsi del bullismo omofobo senza alcuna tutela. Vorrei contribuire a creare un deterrente per futuri comportamenti simili, per far capire che non siamo disposti a tollerare questi abusi”.
L’appello a Zaia: “Almeno una multa”
A dare solidarietà al docente c’è il partito gay che ha chiesto al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, di intervenire facendo scattare la sanzione da 500 euro prevista da una delibera sui casi di omotransfobia. “Se l’insegnante fosse stato offeso perché nero o di religione ebraica la denuncia sarebbe partita automaticamente sulla base della legge Mancino e l’alunno sarebbe stato probabilmente condannato. Invece – sottolinea Fabrizio Marrazzo, portavoce del partito – in mancanza di una norma specifica, la Procura di Treviso non ha potuto fare altro che archiviare il caso”.
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