Covid, la variante inglese colpisce i più giovani: a Milano quintuplicati i casi

Il virus e le sue varianti sempre più presenti nelle scuole. Il rischio che ritorni la didattica a distanza in molte Regioni d’Italia è un’eventualità che si concretizza giorno dopo giorno. Mentre l’incognita delle mutazioni, più volte segnalata dal Cts, potrebbe portare il governo a una decisione nazionale. I dati, in rapida ascesa, sono lì a testimoniarlo. La città metropolitana di Milano è un esempio calzante: tra il 15 e il 21 febbraio sono stati 547 ( 409 alunni e 138 operatori scolastici) i casi di tamponi positivi a Sars-CoV-2 segnalati dalle scuole all’Ats Città metropolitana, per un totale di 312 classi isolate. A fine dicembre-primi di gennaio, quando le scuole superiori non avevano ancora riaperto, i contagi segnalati erano 132.

Nei giorni scorsi in una scuola del quartiere Africano, a Roma, la stessa variante ha costretto alla chiusura delle classi delle sezioni dell’infanzia e della primaria e oggi è comparsa nello stesso istituto la variante brasiliana. Una situazione, quella che sta per emergere ,che non è sottovalutabile alla luce di quanto accaduto in Israele dove, come scrive su Facebook l’immunologa Antonella Viola “nonostante il Paese stia procedendo celermente nella campagna di vaccinazione, con circa l’80% della popolazione sopra i 60 anni già vaccinata, il numero di infezioni nei più giovani è cresciuto in modo così preoccupante da allarmare l’Associazione dei pediatri”.

In Germania la cancelliera Angela Merkel, dopo due mesi di lockdown duro, ha perso un braccio di ferro – Merkel avrebbe voluto prolunngare la chiusura – con i rappresentanti della conferenza Stato-Regioni, sono 10 i Laender dove sono stati riapertre scuole e asili. La gestione delle scuole è però tornata nelle mani delle amministrazioni regionali, che in alcuni casi hanno deciso una riapertura veloce. In Italia mancano i dati ufficiali: l’Istituto superiore di Sanità aveva annunciato a fine novembre la preparazione di un focus specifico sul mondo dell’istruzione ma non è mai arrivato, mentre dal Miiur di deve tornare indietro all’ottobre 2020 per ricordare qualche dato.

In Puglia la situazione è critica, anche per l’incertezza che governa lo scontro Regione e varie associazioni di genitori. Fino a qualche giorno fa c’era la possibilità di scegliere tra la scuola in presenza oppure online ma la Regione ha deciso di imporre la dad per tutti fino al 5 marzo. Una scelta che è stata sospesa oggi da un’ordinanza del Tar. Il decreto a firma del presidente Orazio Ciliberti accoglie l’istanza cautelare del ricorso presentato dal Codacons Lecce e da un gruppo di genitori di alunni e per effetto sospende l’efficacia del provvedimento regionale, fissando l’udienza collegiale al 17 marzo 2021. Immediata la reazione del presidente Emiliano: “È stata sospesa una mia ordinanza finalizzata a salvaguardare la vita del personale della scuola in vista dell’esplosione della pericolosa “variante inglese”. La sospensione è stata concessa per evitare un danno al diritto alla frequenza in presenza, non essendoci dubbio che la scuola pugliese ha anche un mezzo alternativo di didattica che è quella digitale integrata a distanza”.

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