Alcuni pezzi di una panchina rossa danneggiata lo scorso anno all’università La Sapienza di Roma sono stati bruciati dalle studentesse prima della partenza del corteo all’interno della città universitaria organizzato dai collettivi studenteschi, Zaum e Aracne, per il 25 novembre. “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”, è uno dei cori scanditi più volte dai manifestanti. E ancora: “per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa”. Cori anche contro il governo. “Manifestiamo all’interno della città universitaria perché è teatro di discriminazione e violenza di genere; perché non è ancora accessibile la carriera alias; perché professori machistie violenti non vengono allontanati”.
Diverse le azioni durante il corteo che è entrato nella facoltà di Scienze politiche della Sapienza, scritte sui muri del commissariato dell’ateneo. Sul terrazzo del rettorato esposto un cartellone con i nomi delle vittime di femminicidio a partire da Giulia Cecchettin.
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