Corte dei conti: le università lavorino sui risultati

Razionalizzazione e risorse agli atenei più meritevoli. Sono le raccomandazioni che suggerisce la Corte dei Conti nel «Referto sul sistema universitario» depositato in questi giorni. La magistratura contabile prospetta «l’utilità di un intervento normativo che, in linea con l’autonomia riconosciuta agli atenei, agevoli, sotto il profilo gestionale, l’utilizzo delle risorse provenienti dal settore privato e imprenditoriale».

Razionalizzazione e risorse agli atenei più meritevoli. Sono le raccomandazioni che suggerisce la Corte dei Conti nel «Referto sul sistema universitario» depositato in questi giorni. La magistratura contabile prospetta «l’utilità di un intervento normativo che, in linea con l’autonomia riconosciuta agli atenei, agevoli, sotto il profilo gestionale, l’utilizzo delle risorse provenienti dal settore privato e imprenditoriale».
Ma prende anche atto della realtà: «sotto il profilo finanziario la necessità di mantenere comunque elevata la quota di risorse statali – attesa la scarsa propensione agli investimenti in ricerca e sviluppo del sistema produttivo italiano caratterizzato dalla presenza di imprese di piccole dimensioni – suggerisce di indirizzare le risorse verso le realtà più meritevoli».
«In questa direzione si è già mosso il Governo prevedendo che dal 2009 il 7% di tutti i finanziamenti statali vengano erogati alle università prendendo in considerazione, accanto alla qualità dell’offerta formativa e i risultati dei processi formativi, la qualità della ricerca scientifica. E l’impostazione è stata ripresa nel ddl di riforma».
«Una quota significativa delle fonti di finanziamento per la ricerca universitaria – dicono i magistrati contabili – proviene dallo Stato», nelle varie forma (trasferimenti correnti, attività convenzionate, investimenti). Particolare attenzione, quindi, deve essere rivolta, dice la Corte dei Conti «alla capacità di attrarre finanziamenti esterni attraverso convenzioni, contratti e vendita di servizi ad imprese e istituzioni nonché attraverso trasferimenti in particolare provenienti dalla Comunità europea e da organismi internazionali».

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

CNR, la nube vulcanica sull’Italia

Next Article

Cun, senza fondi non c’è ricerca

Related Posts