Coronavirus, prof firmano un'autocertificazione per evitare il tampone. Azzolina: "non si chiuderà"

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 06 Ottobre 2020 Roma (Italia) Politica : Inizio delle attività di Test Salivari nelle scuole Nella Foto : la scuola G.B.Grassi di Fiumicino Photo Cecilia Fabiano/LaPresse October 06 , 2020 Roma (Italy) Politics : First day Covi Test especially made for children In The Pic : the Grassi institute in Fiumicino

“Richiudere le scuole? Non se ne parla: se i contagi cresceranno ancora nel Paese bisognerà casomai intervenire sull’accesso ai mezzi pubblici, limitare le attività ricreative pomeridiane dei ragazzi, impedire le feste”. È la risposta che la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ripete a chi le chiede che cosa cambierà per le scuole in queste prossime settimane: lo fanno colleghi di partito, parlamentari e presidi, dirigenti del ministero oltre che i numerosi genitori con i quali dialoga via Facebook. Dalla sua Azzolina ha i dati dell’ultimo monitoraggio ufficiale condotto dal suo ministero: 0,02% di contagi. “La trasmissione nelle scuole — ha confermato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro — è molto limitata”. Peccato che i numeri siano un po’ vecchiotti perché si fermano al 26 settembre, quando le scuole delle regioni del Sud avevano riaperto da un paio di giorni.

“Ma anche i dati della settimana successiva seguono un trend di crescita costante senza picchi”, assicurano al ministero. Saranno resi noti la settimana prossima: e così, mentre sappiamo in diretta gli esiti dei tamponi giornalieri, per le scuole c’è un’attesa di dieci giorni almeno per capire che cosa succede con i contagi. Non solo, i dati arrivano con il contagocce e sarà probabilmente così per tutto l’anno: dopo un braccio di ferro con il ministero della Salute su chi dovesse fare il monitoraggio, alla fine saranno i presidi e non le Asl a fornire i numeri dei contagi nelle scuole. In diretta arrivano le notizie di cronaca e descrivono i primi limitati focolai anche nelle scuole: dieci contagiati in una scuola a Ferrara, 30 al Liceo Avogadro di Roma, una scuola chiusa a Molfetta per focolaio. “Rispettate le regole anche fuori così potremo tenere aperte le scuole”, ha detto ieri Azzolina parlando agli studenti di un istituto agrario a Frosinone.

La preoccupazione aumenta anche per il numero crescente di classi in quarantena insieme alla confusione sull’applicazione delle regole di prevenzione. A partire dall’uso delle mascherine che resta non obbligatorio quando gli studenti sono seduti al banco ma sempre più professori chiedono di indossarle. A Fiano Romano, nel Lazio, dopo che il preside ha deciso di chiudere la sede distaccata dell’istituto comprensivo con 150 iscritti per un caso di Covid, i genitori sono andati dai carabinieri. Allo scientifico Vallisneri di Lucca invece hanno cambiato le regole in corsa: “Quando ci sono stati i primi casi a settembre, venivano messi in quarantena la classe e anche i professori, ma ultimamente — racconta Gustavo Micheletto, insegnante di filosofia — a noi prof hanno fatto firmare un’autodichiarazione che siamo stati alla cattedra, a due metri di distanza dai ragazzi, e non ci hanno fatto il tampone: è una procedura che la Asl ha convalidato, mi sembra un escamotage pericoloso. Sarebbe stato meglio metterci in isolamento fiduciario a fare didattica a distanza per qualche giorno”.

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