Concorsopoli Statale di Milano, consiglio di Stato: “Condotta sintomatica del vizio di sviamento”

Nella vicenda è coinvolto direttamente anche il rettore Elio Franzini. ” ha revocato un atto attuativo delle stesse, senza dare conto delle ragioni per cui dovevano esserne disattese le previsioni, e senza motiva in merito all’interesse pubblico”

Un’altra concorsopoli dopo quella di medicina alla Statale: il Consiglio di Stato ha confermato integralmente la condanna per la gestione delle procedure di assegnazione di un posto a cattedra di Storia economica. La storia, riportata nelle scorse settimana su Il fattoquotidiano.it, era balzata alle cronache dopo la bufera sulle cattedre di medicina che ha investito, tra gli altri, anche il professor Galli, e che aveva acceso l’ennesima sirena di allarme sui concorsi politati.

La concorsopoli per la cattedra di Storia economica

Nel 2018 la Statale fa un bando per una posizione di professore di seconda fascia presso il Dipartimento di Studi storici. Luca Fantacci è il candidato esterno che sbaraglia tutti, conseguendo il miglior risultato. Il candidato interno arriva quarto ma presenta un esposto al rettore che gli offre il destro per nominare un “collegio di verifica”, con docenti di altro settore disciplinare (storia moderna). Il collegio riesamina titoli e pubblicazioni e ribalta da cima a fondo la graduatoria in favore del candidato interno: il primo diventa quarto, il quarto primo. Ma la commissione originaria, caso piuttosto raro, non ci sta ad avvallare l’operazione e riconferma Fantacci come il “più meritevole”.

Ma il rettore Elio Franzini, abusando del proprio potere – scrivono i giudici – , annulla il precedente concorso e nomina una nuova commissione. Sono proprio i commissari a quel punto a tirarsi indietro: si dimettono in blocco. Il rettore però non si dà per vinto e, anziché confermare l’esito del concorso espletato, lo annulla definitivamente. Si “porta via la palla”, scrive il gruppo Trame (“Trasparenza e merito, l’Università che vogliamo”) che dà voce a 800 iscritti tra docenti e ricercatori universitari e chiede per questa vicenda le dimissioni di Franzini. Perché quel flipper impazzito per una cattedra di Storia, evidentemente, ha fatto arrabbiare molti. Come il candidato “sgambettato”, che nel frattempo ha avuto un contratto di insegnamento, ma alla Bocconi. Fantacci ricorre, i giudici di prime cure gli danno ragione. L’ateneo deve pagare le spese di lite. Ma il rettore non si arrende: stavolta è lui ad appellarsi a giudici, anche se a pagare è sempre l’università.

La sentenza del Consiglio di Stato

Che cosa dice la sentenza definitiva? Nel respingere l’appello il Consiglio di Stato mette nero su bianco che “la condotta dell’università (e quindi del suo rettore che fu parte attiva nel procedimento) appare sintomatica del riscontrato vizio di sviamento rispetto al fine che la procedura di concorso deve perseguire, ponendosi in evidente contrasto con i principi di buon andamento, efficienza ed efficacia che devono ispirare l’agire dell’amministrazione”. E ancora “l’Università, nonostante le previsioni programmatiche adottate, ha revocato un atto attuativo delle stesse, senza dare conto delle ragioni per cui dovevano esserne disattese le previsioni, e senza motiva in merito all’interesse pubblico perseguito con l’esercizio del potere di autotutela (…) Revocare una procedura, per poi eventualmente bandirne un’altra per soddisfare le medesime esigenze di programmazione, si pone in tensione con i principi di economicità e di efficacia dell’azione amministrativa”. 

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