Chi è Stefania Giannini, il nuovo ministro dell’Istruzione

stefania giannini

Linguista, glottologa e politica italiana. Stefania Giannini ha un curriculum tutto da invidiare. E lei il nuovo ministro dell’Istruzione del Governo Renzi. Ecco, in breve, la sua biografia: nel 1991 diventa Professore Associato di Glottologia e Linguistica presso l’Università per Stranieri di Perugia, dal 1992 al 1994 ha l’assegnazione della cattedra di Fonetica e Fonologia e dal 1994 al 1998 della cattedra di Sociolinguistica. Nel 1999 diviene Professore Ordinario di Glottologia e Linguistica ed acquisisce nello stesso anno la titolarità della cattedra di Linguistica generale presso l’Università di Perugia. Dirige nello stesso ateneo il Dipartimento di Scienze del Linguaggio tra il 2000 e il 2004.

Il 1º ottobre 2004 diventa rettore dell’Università per stranieri di Perugia, carica ricoperta fino all’aprile del 2013. Nel 2005 diventa rappresentante per l’Italia nel Comitato di Selezione del programma Erasmus Mundus presso la Commissione Europea fino al 2009. Nello stesso anno entra a far parte del Tavolo Interministeriale per la cooperazione allo sviluppo presso la Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2006 è membro del Comitato di presidenza della conferenza dei rettori delle università italiane. Nel 2009 è membro del Comitato di orientamento strategico per le relazioni scientifiche e culturali fra Italia e Francia. Nel 2010 diventa presidente della Società Italia di Glottologia. 

Nel 2013 è candidata in Toscana nella lista Con Monti per l’Italia alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio per il Senato della Repubblica, venendo eletta senatrice della XVII Legislatura. Il 16 novembre dello stesso anno, l’Assemblea di Scelta Civica la nomina nuova segretario e coordinatrice politica del partito. È presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea.

Stefania Giannini, dunque, conosce bene il mondo universitario, dopo averlo frequentato per più di 20 anni. Questi i punti chiave della sua visione dell’Università: “Esiste una differenza tra diritto alla laurea e diritto allo studio”, “La conoscenza serve a cambiare le coscienze”, “La combinazione della ricerca e della didattica è fondamentale”.

Sono 3 i livelli di intervento su cui punta immediatamente la Giannini: in primis un potenziamento del diritto allo studio, per incentivare il merito e combattere gli abbandoni. Bisogna, in secondo luogo, ridare valore ai titoli di studio e, infine, lavorare per una maggiore integrazione tra comunità di docenti e comunità di studenti.

Buona la presenza in Aula della Giannini: secondo i dati forniti dal sito Openpolis Stefania Giannini su 3.065 votazioni elettroniche in Parlamento è stata presente l’88% delle volte.

Niente da far, dunque, per il popolo di Twitter e per tutti coloro che votavano per Maria Chiara Carrozza al MIUR. Renzi ha voluto dare una scossa anche sotto questo punti di vista.

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  1. il mio non e’ un commento e’ una proposta :visti quanti precari ci sono nella scuola perche’ non si obbliga chi sceglie l’insegnamento di non poter esercitare un’altra attivita’ come invece avviene per gli ingegneri,informatici,biologi.ecc La scuola e’ una professione seria e non un opificio per avere lo stipendio fisso ..e intanto dedicarsi ad altro.Inoltre ,vorrei ricordare che una cosa e’ l’universita’ con i suoi bisogni e cosa molto diversa e’ la scuola di primo e secondo grado.In bocca al lupo al ministro

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