Caso di Covid in classe: studenti in DaD già al terzo giorno di scuola

E’ successo in una scuola del Modenese. “Dispiace per i ragazzi ma significa che il tracciamento funziona”. Critici i sindacati: “Rischio zero non esiste”.

È durato davvero poco per i ragazzi di una scuola media della provincia di Modena il ritorno in classe. Dopo soli due giorni di lezioni in presenza tutti gli alunni della prima media oggi hanno dovuto far ricorso alla tanta odiata Didattica a Distanza per poter continuare le proprie lezioni a causa della positività da Coronavirus riscontrata all’interno del gruppo classe.

Il caso è stato rivelato dall’edizione locale del Resto del Carlino e riguarda la città di Vignola, centro emiliano-romagnolo noto soprattutto per la produzione di ciliegie. Ieri nel tardo pomeriggio l’assessora alla scuola, Daniela Fatatis, ha informato dell’accaduto la sindaca, Emilia Muratori. Non è chiaro se il caso di coronavirus riguardi un alunno o il personale scolastico. Da oggi quindi Didattica a Distanza e poi tra oggi e domani saranno eseguiti i tamponi. Con esito negativo venerdì si potrebbe tornare in aula in presenza. “Al di là dell’accaduto – ha spiegato l’assessora al quotidiano modenese – possiamo almeno dire che l’attività di tracciamento ha funzionato, nonostante siamo solo all’inizio dell’anno scolastico e si tratti di una prima. Molto tempestiva è stata la comunicazione da parte della nuova dirigente scolastico”.

Il caso di Vignola segue quello di tre scuole dell’Alto Adige dove la DaD è ritornata ad essere lo strumento principale per la didattica. Particolare che ha fatto infuriare il sindacato Anief che proprio lunedì scorso (primo giorno di scuola in 9 regioni) aveva proclamato uno sciopero criticato da molti. “Lo abbiamo denunciato, inutile il green pass, per questo abbiamo scioperato; fino a quando non si sdoppiano le classi, il ritorno in presenza sarà insicuro e poco sostenibile in assenza del rispetto delle regole sul distanziamento. Servono test salivari periodici e domestici e una nuova politica di tracciamento dei contagi. Comincia ad essere evidente che le rassicurazioni del ministro dell’Istruzione Bianchi sul mantenimento delle attività didattiche in presenza, senza tornare alla DaD, debbano fare i conti con delle varianti del virus particolarmente potenti, ma soprattutto con l’inerzia di chi governando la scuola aveva la possibilità di aumentare gli spazi delle aule, dimezzare il numero di alunni per classi, incrementando invece quello di docenti e personale Ata. Tutto questo non è stato fatto e la DaD è la conseguenza naturale”. 

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