Dopo Ferragosto si sa, per i genitori con figli in età scolare inizia a formarsi il pensiero di quanto costeranno quest’anno i libri per la scuola. Sopratuttto con l’inflazione che farà lievitare ulteriormente i prezzi. A lanciare l’allarme son gli studenti e le associazioni dei genitori. Secondo la Rete degli Studenti Medi si è passati da una spesa media di 318 euro dell’anno scorso ai 340 euro di quest’anno, per i testi della secondaria di secondo grado. Per fare un esempio: se un libro di scienze, nel 2022, costava in media ventidue euro oggi la stessa edizione è aumentata di tre euro, quelli di italiano sono passati da 18 a 20 euro e quelli di storia dell’arte da 26,80 a 30, 5 euro.
Rincari e tetti di spesa
“Tendenzialmente – ci spiega il coordinatore nazionale Paolo Notarnicola – i rincari sono di circa due euro a testo, che anche se sembrano pochi in sé, si moltiplicano e vanno ad impattare sulle famiglie già colpite dal carovita”. Una situazione ben nota a mamme e papà tant’è che Angela Nava, presidente dell’associazione “Genitori Democratici” e Claudia Di Pasquale, presidente Age chiedono di ripristinare il tavolo che un tempo c’era in viale Trastevere proprio sull’adozione dei testi: “È da circa quindici anni – dice Nava – che non viene convocato ma sarebbe ora di rispolverarlo”. A definire i tetti di spesa, infatti, è il Decreto ministeriale n°781 del 2013, che fissa il limite di spesa per le superiori a 294 euro per la prima classe; 117 euro per la classe seconda e 132 euro per la terza classe. L’eventuale superamento del tetto di spesa è consentito entro il limite massimo del 10% ma dev’essere approvato dal collegio docenti che entro la seconda decade di maggio delibera l’adozione dei nuovi testi dopo un passaggio nei consigli di classe dove vengono presentati anche ai rappresentanti dei genitori.
“Le scuole – spiega Notarnicola – non riescono a contenere i prezzi al di sotto del tetto massimo, con cifre che in alcuni casi raggiungono anche i 370 euro. L’ elevato costo, nei fatti, complica ulteriormente l’accessibilità della formazione, aumentando le spese a carico delle famiglie. Le misure messe in campo a supporto degli studenti ad oggi sono insufficienti. Si tratta per lo più di iniziative dei singoli Comuni, disomogenee sul territorio nazionale, che garantiscono la gratuità a malapena alle famiglie con Isee sotto i 10mila euro. Serve un fondo nazionale che copra interamente il costo dei libri almeno fino ad una soglia Isee di venticinque mila euro, avendo come obiettivo il dettato costituzionale della gratuità dell’istruzione”.
Il peso dell’inflazione sulla filiera
Sul piamo didattico anche i presidi hanno dei dubbi. “Dobbiamo spostare il ragionamento. Il testo non deve essere un vincolo e non deve dettare il programma ma dev’essere minimale e flessibile – afferma Cristina Costarelli, dirigente scolastica del liceo “Newton” a Roma e numero presidente dell’Anp Lazio -. Vedo delle antologie da cinquecento pagine che fanno scappare la voglia di studiare e che, magari, non sono nemmeno adoperate. I tetti sono stati fissati nel 2013 e mai alzati ma l’inflazione la sentono anche gli editori”.
“Nella scuola primaria i prezzi non sono stati aggiornati all’inflazione reale – afferma Paolo Tartaglino, vicepresidente dell’Associazione italiana editori – nella scuola secondaria i tetti di spesa, fermi da anni, non possono più costituire un riferimento adeguato e creano serie difficolta a dirigenti scolastici e docenti nel poter scegliere gli strumenti più adatti alle loro esigenze didattiche. Serve un intervento di sistema che permetta di assorbire criticità che il settore editoriale da una parte e la scuola dall’altra non possono più risolvere autonomamente”.
Frassinetti: “Tema caro al governo, stiamo lavorando”
Intanto nei giorni scorsi era stata la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti a tranquillizzare sulla questione. “Quello del caro libri è un tema molto caro al Governo e sul quale stiamo lavorando approfonditamente. Il ministro Valditara – ha aggiunto Frassinetti – ha già incontrato in questi giorni il ministro Giorgetti per discutere dell’introduzione di misure che vadano a sostegno delle famiglie, che si parli di detrazioni, come avviene già in altri Paesi, o di fondi da stanziare per sostenere il diritto all’istruzione. Si tratta di una priorità per noi e stiamo lavorando per dare risposte concrete al problema”.
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