Bolzano riapre la scuola. Al Sud i banchi potrebbero arrivare a novembre

Suona la campanella per gli studenti della Provincia autonoma di Bolzano: sono loro i primi a rientrare in classe dopo il lockdown causato dal Covid-19. Nelle prossime due settimane toccherà alle altre Regioni. “Abbiamo lavorato tanto per minimizzare i rischi. E a scuola chiederemo un sacrificio a tutti, studenti e personale, per seguire regole e comportamenti”, dice il ministro Azzolina.

“Abbiamo fatto lo sforzo di ascoltare tutti. La scuola non è un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero. Dal 14 settembre la partita diventa molto sanitaria”, dice ancora la Azzolina. C’è il dubbio sulle cattedre, si parla di 250mila posizioni vacanti. Lo strumento della “call veloce”, che avrebbe consentito lo spostamento di insegnanti fuori regione non ha avuto un grande successo: 2.500 trasferimenti a fronte di 10mila domande. “E’ uno strumento nuovo, ha margini di miglioramento”, dice il ministro.

C’è anche il problema dei banchi che investe maggiormente il sud. Sono gli istituti del Meridione quelli che hanno fatto richieste maggiori al commissario Arcuri. Ma i milioni di banchi promessi ancora non arrivano. Arcuri ha parlato di consegne finali entro la fine di ottobre ma alcune ditte che hanno vinto il bando di gara hanno annunciato possibili slittamenti a novembre.

I ragazzi delle superiori, invece, dovranno attendere un po’. Da Nord a Sud gli istituti superiori hanno comunicato alle famiglie che la maggior parte delle classi saranno spezzate e si comincerà da dove si era finito cioè con la didattica a distanza (Dad). I presidi hanno privilegiato le prime e le quinte, a loro sarà garantita la presenza. Le altre classi dovranno appoggiarsi alla Dad. Alcuni istituti hanno optato per i turni: metà classe o un gruppetto di pochi segue a distanza e in sincrono. Altri per il tutti online o in aula. Nasce anche la categoria dello studente “presente ma fuori aula”, quelli che resteranno a casa a turno ma con lavori specifici assegnati dai docenti. Sarà in molti casi una sperimentazione.

E poi c’è il debutto del responsabile Covid, un docente (nella maggior parte dei casi) che ha seguito un corso online del ministero. Sarà lui a gestire i “casi” sospetti all’interno della scuola seguendo le rigide norme sanitarie fissate dal Cts.

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