Manifesti della ministra Bernini con il volto ricoperto di sangue: sono quelli comparsi ieri a Bologna per pubblicizzare lo sciopero studentesco in programma per il prossimo 15 novembre. Un appuntamento che rischia di diventare molto “caldo” visti anche gli scontri dello scorso fine settimana tra militanti di Casapound e ragazzi dei centri sociali.
“Non sottovalutare”
“Non drammatizzo, ma non sottovaluto. Non voglio che si sdogani l’idea che tutto è lecito ammantandolo con il diritto a manifestare il proprio pensiero. Se non c’è una ferma condanna di tutti, da destra a sinistra, potrebbe passare anche la violenza in secondo piano. E invece temo l’effetto emulazione. Temo chi aizza le minoranze facinorose. E questo non ha niente a che fare con la democrazia che difendo, che voglio” ha detto in un’intervista a ‘Libero’, il ministro dell’Università Anna Maria.
“Clima pesante”
Al Giornale, invece, la Bernini ha ribadito come “quei manifesti sono gravi due volte. Sono gravi in sé e sono gravi in quanto segnali di un clima, di cui fa parte anche la manifestazione dei centri sociali a Bologna, in cui si sono registrati scontri con la polizia a cui va la mia piena solidarietà. Quel che sta accadendo è un salto di qualità. È il superamento di un limite invalicabile in una democrazia. Tutte le opinioni sono legittime, ma con il limite della violenza: annunciata, minacciata, praticata”.
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