Verrebbe da pensare che il quotidiano della city di Londra non ami molto il Bel Paese, se non fosse per la presenza di un nome nostrano: l’ateneo milanese SDA Bocconi. Per caso o per esigenze di “completezza” l’università lombarda si conferma l’unica italiana a finire incasellata nella classifica sulle migliori istituzioni universitarie attive nel campo degli studi economici e finanziari.
Ma le soddisfazioni per la Bocconi finiscono qui. Per il secondo anno consecutivo, l’ateneo ha visto erodere la sua posizione a favore di altri atenei europei, nordamericani o di nazioni che fanno parte dei Paesi emergenti. Assestata in zona salvezza l’università milanese mostra di non riuscire proprio a scalare la classifica. E le due tabelle presentate dall’FT non sono dolci nel ricordarlo.
Nella prima, che prende in considerazione i 60 migliori atenei nel campo dei corsi aperti, la Bocconi è finita quest’anno al 30esimo posto – era al 18esimo nel 2008 e al 25esimo nel 2009. Stessa storia per la seconda tabella, alla ricerca di 65 atenei eccellenti nel campo dei programmi ‘custom’, dove si è guadagnata il 23esimo posto – era al 16esimo nel 2008 e al 18esimo nel 2009.
A scavalcarla – per quanto riguarda i corsi ‘open’ – sono stati atenei come l’americana UCLA: Anderson, la cinese Ceibs o la brasiliana Fundacao Intituto de Administracao. Nella sezione “custom”, invece, l’ateneo milanese è stato sorpassato dalla spagnola IE Business School o dall’argentina IAE Business School. Ai primi cinque posti della classifica ‘open’ sono finiti la University of Virginia: Darden, la spagnola Iese Business School, la svizzera IMD, l’Harvard Business School e l’americana Tunderbird School of Management. Per quanto riguarda la tabella ‘custom’, invece, i primi cinque posti sono andati alla Duke Corporate Education (presente in USA, Sud Africa, GB e India), la francese HEC Paris, l’Harvard Business School, la Esade Business School (Spagna) e la IMD (Svizzera).
Anna Di Russo