Bernini e Valditara ad Atreju: “L’università è di tutti, non chiamate i protestatori studenti”

Il ministro dell’Istruzione: “In democrazia si combattono le idee, anche duramente, ma non si mira a distruggere l’avversario politico”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara ha espresso preoccupazione per la “mentalità” che sta dietro le recenti tensioni nelle università e nelle scuole. “In democrazia si combattono le idee, anche duramente, ma non si mira a distruggere l’avversario politico”, ha dichiarato. Valditara ha poi accusato la sinistra di essere “arrabbiata perché stiamo cambiando l’Italia”, citando come esempio l’importanza data al comportamento e alla condotta a scuola e l’inserimento dell’educazione al rispetto in educazione civica. “Impariamo a dire no ai ragazzi, che così crescono maturi”, ha aggiunto.

“Distruggere la persona – ha continuato il ministro – è un pensiero tipico dei regimi totalitari, Stalin era un maestro, si cerca di distruggere la credibilità e si falsificano le affermazioni e le idee, si ricorre alla malafede, è successo anche recentemente”. Il ministro ha richiamato l’attenzione sul ridare autorevolezza agli insegnanti: “Non possiamo continuare a pensare che la colpa sia della società quando rompi il setto nasale ad un docente perché ti ha detto di spegnere il telefonino”.

Il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, riferendosi alle recenti tensioni alla Sapienza, ha ribadito che “l’università è di tutti”. Bernini si è detta “disturbata” dal fatto che gli atenei vengano considerati “zone franche” dove si possono commettere reati. “Nessuno può permettersi di picchettare gli ingressi e bloccare le porte, impedendo agli studenti di esercitare il loro diritto allo studio”, ha concluso. “Quello che mi disturba è che si considerano gli atenei zone franche dove si possono commettere reati”, ha affermato Bernini.

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