Scuole e università cattoliche possono continuare a dormire sonni tranquilli, soprattutto sul fronte dei finanziamenti pubblici. Lo ha ribadito proprio ieri il premier Silvio Berlusconi, in occasione dell’incontro Italia-Santa Sede per gli 80 anni della sigla dei Patti Lateranensi (e i 25 della revisione del Concordato): «Ci rendiamo conto che alcuni interventi legati alle necessità di bilancio hanno toccato le università cattoliche. E quindi anche su questo abbiamo garantito un’attenzione puntuale, come faremo del resto per le singole università private».
L’affermazione – fatta in un contesto formale e davanti alle più alte gerarchie ecclesiastiche (il presidente della Cei Angelo Bagnasco e il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone) – ha automaticamente assunto il valore di impegno ufficiale. Un “occhio di riguardo” che sicuramente avrà fatto piacere Oltretevere, con cui del resto i rapporti sono più che cordiali.
Nel corso del colloquio (cui ha preso parte anche il sottosegretario Gianni Letta) si è parlato – oltreché dei rapporti tra Italia e Vaticano – di politica internazionale, anche in relazione agli attentati subiti dalla chiesa cattolica e di rapporti con la chiesa russa ortodossa. «E su ogni singola questione internazionale – commenta Berlusconi – c’è un’identità di vedute assolute».
Più in generale – sottolinea il presidente del Consiglio – per quanto riguarda i rapporti tra il Vaticano e Repubblica Italiana «c’è stata da parte di tutti i rappresentanti della Santa Sede un riconoscimento entusiasta del fatto che mai si era verificata un’atmosfera e un clima come quello che c’è stato ed esiste ancora con la soluzione praticamente di tutti i problemi». Sul tavolo resta però ancora aperto il delicato e spinoso tema del “testamento biologico”, di drammatica attualità dopo il caso di Eluana Englaro.
Dentro a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, hanno partecipato al ricevimento le più alte cariche dello Stato (il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente del Senato Renato Schifani e della Camera Gianfranco Fini) e una nutrita rappresentanza dei ministri del governo (Tremonti, Maroni, Sacconi, Rotondi). All’esterno non è mancata la voce di protesta di Radicali, Federazione Romana Psi, Associazione Luca Coscioni e Uaar (Unione Atei Agnostici Razionalisti) che hanno manifestato il loro dissenso attraverso lo slogan ”l’ingerenza non era nei Patti”.
Manuel Massimo